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Ricchi sempre più ricchi: Asia batte Usa, più milionari in Italia

FIRSTonline

I patrimoni dei paperoni internazionali crescono più velocemente del PIL dei singoli Stati. Nel 2015 la grande ricchezza è salita a un tasso del 4 per cento.

A contribuire al risultato, sono soprattutto i milionari asiatici che, per la prima volta, superano per patrimonio e numero quelli americani.

Scendendo nel dettaglio, nell’area Asia–Pacifico l’aumento è stato del 9,9% a 17.400 miliardi di dollari. La Regione diventa ufficialmente il territorio con la più alta concentrazione di ricchezza globale. Il Nord America, ”terra di sogni e libertà” dovrà invece accontentarsi del secondo posto in classifica, con una crescita del 2,3% a 16.600 miliardi di dollari. Vince l’Asia anche per numero di milionari, vantando una popolazione pari a 5,1 milioni di persone a fronte dei 4,8 milioni di paperoni nordamericani.

Questi i dai più rilevanti derivanti dal 20° World Wealth Report pubblicato dalla società di consulenza Capgemini che censisce chi ha almeno un milione di dollari di ricchezza investibile.

Scendendo nel dettaglio, la ricerca effettuata su oltre 800 gestori e 5.200 milionari, registra un rialzo dei patrimoni, arrivati a 58.700 miliardi di dollari. Soldi posseduti da 15,4 milioni di super-ricchi. Dal 1996 la loro ricchezza è quadruplicata, nonostante negli ultimi anni si sia verificata una delle più gravi crisi finanziarie di sempre.

Secondo Capgemini “se i modesti tassi di crescita attuali saranno mantenuti, questa cifra dovrebbe raggiungere i 100.000 miliardi nel 2025”.

Tornando in Asia-Pacifico, i Paesi trainanti risultano essere Giappone e Cina, cresciuti rispettivamente dell’11% e del 16% quanto a popolazione di milionari nel 2015.

Al contrario, tra le regioni che registrano una diminuzione del numero di paperoni ci sono l’America Latina (-8%) il Brasile (-6%) e il Messico (-2%).

E l’’Italia? Anche nel nostro Paese si è verificata una crescita, con un +4,5% della popolazione di milionari domestici, 228.700 persone nel 2015. Tra le cause del miglioramento Capgemini indica “il risparmio nazionale calcolato come percentuale del Pil migliorato del 18,7%, e una capitalizzazione del mercato incrementata del 12,7%”.

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