Fino allo scorso 10 marzo nei suntuosi locali della Banca d’Italia di Firenze, nell’ambito della mostra “Verso la modernità. Presenze femminili nella collezione d’arte della Banca d’Italia”, si poteva ammirare un discreto numero di opere appartenute all’imprenditore e collezionista d’arte Riccardo Gualino. Infatti negli anni Trenta dello scorso secolo, il Gualino aveva ceduto, come leggerete, nell’intervento di Elena Tempestini, la sua importante collezione d’Arte alla Banca d’Italia per fare fronte alle difficoltà economiche delle sue svariate attività imprenditoriali.
Gualino, oltre a essere un personaggio di spicco del mondo imprenditoriale italiano e del collezionismo d’arte, è stato anche il fondatore e l’animatore della Lux Film, uno dei maggiori studios cinematografici italiani nell’epoca d’oro del cinema italiano. È questo aspetto della sua poliedrica attività che ci interessa approfondire in questo ambito. Per questo abbiamo chiesto alla giornalista Elena Tempestini, collaboratrice del magazine online Economia&FinanzaVerde, di raccontare a noi e ai nostri lettori la storia della Lux Film. Prima però è necessario introdurre il personaggio di Riccardo Gualino. Il profilo dell’imprenditore piemontese costituisce la prima delle due parti del contributo di Elena Tempestini.
La seconda parte, che uscirà la prossima domenica, sarà dedicata proprio alla Lux Film.
Riccardo Gualino dalla Snia Viscosa alla Lux
Arte, industria e mecenatismo. Riccardo Gualino, figlio della buona borghesia piemontese, era un grande amante dell’arte che condivise insieme alla moglie Cesarina, a sua volta figlia di un importante e ricco industriale. Insieme riuscirono a costruire, nel primo decennio del XX secolo, una grande fortuna composta da industrie di legname, cemento, banche e proprietà immobiliari. Gualino fu amico e socio di Giovanni Agnelli con il quale si alternavano alla vicepresidenza delle loro aziende. Fu vicepresidente della Fiat, azionista di importanti industrie automobilistiche, del quotidiano “La stampa” e proprietario del settimanale “L’ambrosiano”.
Gualino era imprenditore ma anche affarista, cinico e visionario, con l’industria SNIA Viscosa, divenne conosciuto ovunque. Possedette una delle collezioni d’arte più importanti del mondo, composta da opere antiche di Giotto, Cimabue, Duccio di Boninsegna, Botticelli, Mantegna, Filippo Lippi, Tiziano, Paolo Veronese, Andrea pisano ed altri. La collezione moderna comprendeva quadri di Guttuso, Severini, Mafai, Maccari, Picasso, Degas, Rosai, de Chirico, Morandi, Casorati, Manet, Chagall, Modigliani, Fattori, Fontana, Carrà e molti altri. L’imprenditore e mecenate comprò il teatro di Torino e nell’atrio vi fece sistemare sette quadri di Modigliani. Nel 1927 i rapporti con Agnelli iniziarono ad incrinarsi per divergenze di vedute politiche.
Dal confino alle attività in Francia
La fortuna di Riccardo Gualino era legata senza dubbio al suo carattere spregiudicato, praticamente era un personaggio diverso, il suo personale motto era “Osare” che ritroveremo spesso tra le righe della sua autobiografia: Confessioni di un sognatore. Un volume che per settanta anni non è mai stato volutamente editato. Nel 1931 Riccardo Gualino fu arrestato dal regime fascista che lo confinò a Lipari e successivamente a Cava dei Tirreni. Prima era riuscito a cedere gran parte della raccolta pittorica alla Banca d’Italia con cui aveva contratto il debito più grosso, tanto che la Banca si vide costretta a mettere in vendita un certo numero di opere, ma una cospicua parte fu tutelata ed oggi è parte della prestigiosa collezione conservata in Palazzo Koch, a Roma. Gualino riottiene la libertà nel 1932, e attraverso parenti e prestanome lo troviamo in Francia, alla testa di vasti giri di interessi nel settore immobiliare e in quello della grande distribuzione: la Societé anonime des cafés et restaurants françaises.
Lo troviamo anche in Bon Marché, una finanziaria lussemburghese, nel Consortium privé, che con la controllata parigina, il Comptoir privé, diretto dal cognato Ermanno Gurgo Salice, realizza operazioni ad ampio raggio sul mercato valutario e su quello dei titoli azionari. Con l’appoggio della Banque de l’Union parisienne, in cui è ancora attivo l’amico Oustric, Gualino riprende in breve le fila di una vasta trama di affari che include, tra le altre, le società anonime Roumano-Belge des pétroles, la svizzera S.a. des Fours Pieters, in combinazione con il Nobel Friedrich Bergius, per l’idrogenazione e distillazione del carbone, la Compagnie industrielle française du platine o la Mines d’or de peck, per la gestione di giacimenti in Jugoslavia.
Le nuove attività in Italia
In Italia i nuovi poli di interesse sono concentrati nella chimica e nella cinematografia. Nel primo settore l’azienda principale divenne la Rumianca, originariamente un’impresa ausiliaria della Snia, di cui Gualino nel 1933 rileva il controllo dal gruppo Abegg. La Rumianca aveva registrato un notevole successo a partire dalla metà degli anni Trenta producendo fertilizzanti e anticrittogamici, per inserirsi poi nei flussi di commesse e finanziamenti pubblici della mobilitazione industriale e fare ottimi affari con le produzioni belliche. Durante la guerra l’azienda disponeva di due stabilimenti nel Novarese per la lavatura dei minerali e per le produzioni chimiche di base, uno nei pressi di Torino per la produzione di saponi e uno in costruzione a Carrara per quella di anticrittogamici, nonché vasti complessi minerari in Val d’Ossola, Sardegna e Calabria per l’estrazione di piriti.
All’inizio del 1934 inizia la seconda vita di Riccardo Gualino con la cinematografia. Essendo condannato all’interdizione a ricoprire cariche pubbliche per dieci anni a causa delle sue convinzioni, non poteva figurare nell’atto costitutivo dell’azienda. Divenne Presidente suo cognato Ermanno Gurgo Salice e amministratore delegato Guido Gatti, noto musicologo e personaggio di rilievo dell’ambiente frequentato da Gualino. Principale finanziatore dell’impresa, che però non compariva nel consiglio della società, fu l’industriale tessile Attilio Rivetti. Già all’epoca l’arte non era solo pittura, musica e danza, ma anche l’espressione delle immagini: il cinema. Era fermamente convinto che il settore cinematografico fosse solo agli albori, vedendo una grande potenzialità di espansione in tutto il mondo. Lo affascinavano le nuove tecnologie che vi erano impiegate e lo considerava una grande strategia di comunicazione per la massa.
Nel 1934 fondò quindi la Lux film.
Chi è Elena Tempestini
Elena Tempestini è scrittrice, giornalista e fotografa collabora con #Economia&FinanzaVerde ed è founder del blog #Prospettive. I suoi interventi in voce possono essere ascoltati in podcast su #WhiteRadio. A Elena piace soprattutto indagare sulla relazione tra passato e presente cercando di dare risalto e ordine al caos degli eventi che tessono il nostro oggi. Attraverso la conoscenza e lo studio delle antiche memorie si possono ripercorre eventi che uniscono figure di maggiore o minore rilevanza per una migliore comprensione dei fatti economici, politici, sociali, culturali, religiosi, nazionali e internazionali di tutte le culture. A tal fine ella ama anche ricostruire e descrivere la vita ordinaria dei protagonisti maggiori, illustrandone aspetti meno conosciuti delle loro vite. È convinta che serva un nuovo umanesimo e un nuovo rinascimento per riscoprire e condividere la bellezza del mondo che ci circonda e che con passione ama anche fotografare.