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Ribassi senza fine in tutte le Borse: Piazza Affari chiude una settimana nera perdendo il 2,8%

Si chiude in forte rosso una delle settimane più tormentate per tutte le Borse – Piazza Affari ha perso oggi un altro 2,8% e in un mese ha lasciato sul campo quasi il 10% – Banche, lusso e costruzioni sotto tiro – Pesano le incognite legate alla Cina, alle commodities, alle valute emergenti, ai tassi e alla debolezza della crescita – Sale lo spread Btp-Bund.

Ribassi senza fine in tutte le Borse: Piazza Affari chiude una settimana nera perdendo il 2,8%

La frana dei mercati non si arresta e acquista di velocità. In Europa il Ftse Mib perde il 2,83% in linea con Francoforte -2,83% e Londra -2,53% mentre Parigi fa peggio cedendo il 3,19%. Atene cede un altro 2,49% appesantita oltre che dal clima internazionale anche dalle dimissioni del premier Alexis Tsipras che andrà ad elezioni anticipate. Da inizio anno, l’indice principale di Atene ha perso il 22%. Lo spread Btp/Bund sale ancora e si porta a 128 punti base.

In mattinata la nuova scossa per i listini mondiali è arrivata dal dato sul Pmi manifatturiero cinese che è sceso a luglio a 47,1 punti, il livello più basso da 77 mesi. Per i listini asiatici è stato un nuovo tonfo: Shanghai -4,3%, Shenzhen -5,4%. Le autorità cinesi non riescono a fronteggiare la frana dei mercati nonostante le misure messe in campo dall’inizio della correzione a luglio. Male anche Tokyo -2,98%.

In questo quadro Wall Street ha aperto in calo peggiorando nel pomeriggio: il Dow Jones cede l’1,38% e l’S&P500 l’1,78% cedendo sotto la barriera psicologia dei 2000 punti. L’indice della volatilità è balzato sopra i massimi visti in chiusura nel 2015 e sopra la media degli ultimi 10 anni pari a 20 punti con un rialzo del 20% a 22,97, oltre quota 22,39 toccata il 15 gennaio scorso.

Il movimento al ribasso di Wall Street è legato anche alla continua debolezza del petrolio con il Wti che ha chiuso con un nuovo sensibile calo del 2,4% a 40,33 dollari al barile e ai dati macroeconomici non sfavillanti. Nel dettaglio il Pmi manifatturiero misurato da Markit è sceso in agosto a 52,9 punti da 53,8 in luglio, sotto le attese degli analisti di 53,5 punti. Si tratta del livello più basso da ottobre del 2013 anche se al di sopra di quota 50 punti, dunque in territorio di crescita economica.

Leggermente sotto le attese degli analisti, sebbene in miglioramento anche l’indice composito dell’Eurozona che è salito ad agosto a 54,1 da 53,9 di luglio, ai massimi da due mesi. Gli analisti si attendevano 54,2 punti. L’indice Pmi servizi è salito a 54,3 da 54 di luglio mentre quello del manifatturiero è stabile a 52,4. Il dato di oggi, secondo Markit, “suggerisce come l’eurozona stia ancora assistendo ad uno dei suoi migliori periodi di crescita sia economica sia occupazionale degli ultimi quattro anni”. Accelera ad agosto anche l’l’indice Pmi composito tedesco a 54 dai 53,7 di luglio, ai massimi da quattro mesi.

Il cambio euro dollaro sale dell’1,02% a 1,1357 con il dollaro sui minimi da sette settimane.Mentre l’oro conferma la situazione di tensione dei mercati mettendo a segno un rialzo dello 0,65% a 1.160,70 dollari l’oncia.

A Piazza Affari, tornata ai livelli di inizio luglio, si salva solo Saipem +0,54% sostenuta dalle indiscrezioni sull’incontro di ieri tra l’amministratore delegato Claudio Descalzi e l’ad di Gazprom Alexey Miller dove si sarebbe parlato anche di nuovi ordini per Saipem.

Le vendite investono praticamente tutto il paniere delle blue chip ma colpiscono soprattutto il comparto bancario: Banco Popolare -4,65%, Mediobanca -4,65%, Bper -4,61%, Bpm -4,56%. Tra i peggiori del Ftse Mib anche Cnh Industrial -4,46% che sconta il taglio delle stime della concorrente americana Deere.

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