MILANO +0,7% REGGE ANCHE L’URTO DI FITCH
WALL STREET RECUPERA I LIVELLI DI AGOSTO
La Borsa di Milano, dopo aver superato la prova S&P, ha retto anche all’impatto dell’annuncio che Fitch potrebbe declassare il debito sovrano dell’Italia entro la fine di gennaio. Nonostante il warning e malgrado anche le stime negative sul Pil 2012 di Bankitalia, l’indice FtseMib è salito dello 0,69% a quota 15325. Londra ha guadagnato lo 0,6%, Parigi +1,1%, Francoforte +1,6%.
Intanto a Wall Street a metà seduta l’S&P500 sale dello 0,9% e tocca i 1.300 punti per la prima volta dall’inizio di agosto sull’onda dei buoni dati macroeconomici: l’Empire State Manufacturing Activity dello Stato di New York è salito a 13,48 punti dagli 8,19 rivisti del mese precedente. Gli analisti si aspettavano 11 punti. Andamento alterno sul fronte delle trimestrali: Citigroup perde oltre il 4% dopo la pubblicazione dei conti sotto le attese, Wells Fargo guadagna l’1,6%.
Prosegue anche il recupero dell’euro, salito a 1,275 contro il dollaro da 1,266 della chiusura precedente. Così come è proseguito il miglioramento per i Btp: il rendimento del decennale è sceso al 6,46% (-13 punti base) e lo spread con il Bund si è ridotto a 468 punti. Il rendimento del titolo a due anni è sceso al 3,95% (-15 punti base): è la prima volta da settembre che torna sotto il 4%.
Alessandro Settepani, Head of Business and relationship management di Fitch Ratings Italia, a margine di una audizione alla Camera, ha osservato che l’azione del governo Monti “sicuramente è utile, seria e credibile, ma fino a quando i tassi di interesse restano alti c’è il problema dei costi di rifinanziamento”. Intanto il responsabile dei rating sovrani europei di Fitch Rating, Edward Parker, afferma in un’intervista a Bloomberg che l’accordo per imporre perdite ai creditori privati della Grecia e’ da considerare a tutti gli effetti default. Anche per questo la crisi europea – dice Parker in un’intervista alla Bloomberg – sara’ prolungata.
Sempre alla Camera, il direttore generale del debito pubblico Maria Cannata ha detto che alcune banche hanno ricevuto pressioni sia dalle agenzie di rating sia dalle Autorità di vigilanza per ridurre l’esposizione verso i titoli di Stato ed evitare di compromettere la loro capacità di finanziarsi sul mercato. Cannata si è mostrata critica verso l’Eba, l’Autorità bancaria europea, che ha imposto agli istituti di ricapitalizzarsi per neutralizzare le potenziali perdite sui titoli di Stato. Secondo Cannata questa decisione ha prodotto “un effetto molto pesante” sul mercato del debito italiano.
Tra i titoli delle banche spicca il balzo di Unicredit che avanza del 2,8%, sostenuta dalla notizia che Abu Dhabi aumenterà la partecipazione dal 4,99% al 6,5%. Intesa guadagna lo 0,7%. Arretra Ubi -0,7%, declassata da Santander a underweight da hold. In calo anche PopMilano -2%.
In Europa il settore migliore è stato quello dell’auto (Stoxx +2,4%). Fiat è salita dell’1,9%%, Pirelli +1,4%. Forte rialzo di Eni +1,6% che si avvantaggia sia del rialzo del greggio oltre i 100 dollari al barile (+1,9%), sia del ritorno in auge dell’ipotesi di separazione da Snam -0,2%. Saipem +0,4%. In grande evidenza anche Enel +2,3% e Terna +1,69%. Fra le assicurazioni, Generali è poco sopra la parità. Quotazioni in calo per il nascituro polo Unipol-Fondiaria: Unipol scende del 2,4%, Fondiaria-Sai -4,5%, Milano Assicurazioni -3,9%. Non è stata risparmiata nemmeno Premafin, la holding dei Ligresti che scende del 3,1%. Fra le mid cap, avanzano De’ Longhi +2,7% e l’Espresso +3%. Datalogic +2,3% dopo i dati preliminari sui ricavi 2011. In rialzo anche Indesit +4,1% e Piaggio +2,7%