Un ciclone si abbatte sulla Fifa. A due giorni dall’assemblea annuale in cui Sepp Blatter cercherà di essere rieletto per la quinta volta alla presidenza della Fifa, affrontando la concorrenza del principe giordano Ali Bin Al Hussein, una maxi-retata delle autorità americane e svizzere ha colpito i vertici dell’organizzazione. L’indagine, condotta dal dipartimento di Giustizia americano, è in corso a Zurigo e coinvolge alcuni alti ufficiali dell’organizzazione che guida il calcio mondiale.
L’accusa che pende sul Comitato esecutivo della Fifa è quella di corruzione, oltre a riciclaggio di denaro, racket e frodi telematiche, ma nel mirino degli investigatori sono finite anche le assegnazioni delle sedi di alcuni Campionati mondiali. Sei, finora, le persone arrestate, ma fino a 14 potrebbero essere a breve estradate e rinviate a giudizio davanti alla corte federale di Brooklyn.
In manette, nel corso di un blitz al Baur au Lac hotel, sono finiti Jeffrey Webb delle isole Cayman, vicepresidente del Comitato esecutivo della Fifa; Eugenio Figueredo dell’Uruguay, anch’egli vicepresidente del Comitato esecutivo; Jack Warner di Trinidad e Tobago, ex membro del Comitato.
Il presidentissimo Sepp Blatter, invece, non è stato colpito da un mandato d’arresto, ma questa indagine, e le dichiarazioni degli inquirenti che definiscono la Fifa come un’organizzazione in cui la corruzione sia istituzionalizzata, rischiano di rappresentare l’ennesima macchia su un curriculum, e su un’immagine, non certo immacolati, a due giorni dalle elezioni che dovrebbero riconfermarlo alla presidenza del calcio mondiale.