Riportare in Italia le aziende che avevano delocalizzato i propri asset organizzativi e industriali, con iniziative legislative e agevolazioni, sull’esempio di quanto stanno facendo Stati Uniti (dove l’amministrazione Trump sta utilizzando la leva fiscale), Francia e Gran Bretagna (che da tempo ricorrono incentivi, defiscalizzazione e semplificazione burocratica). È questa la strategia suggerita al governo da Forza Italia, con una mozione presentata alla Camera dall’intero gruppo e che vede prima firmataria Mariastella Gelmini.
Il fenomeno del “reshoring” , il ritorno di aziende entro il territorio nazionale, vede l’Italia tra i protagonisti. Una recente indagine del gruppo di ricerca inter-ateneo Uni-club, che raggruppa le università dell’Aquila, Catania, Udine, Bologna e Reggio Emilia, ha evidenziato come dal 2000 al 2015 su oltre 700 casi osservati , 121 riguardino l’Italia, il primo paese europeo e il secondo al mondo per decisione di rientro di aziende.
Si tratta di imprese che per gran parte avevano delocalizzato in Asia o in Cina (il 63%), in particolare del tessile-abbigliamento (24%), della pelletteria ((17%), dell’elettronica e della fabbricazione di macchine elettriche. Il motivo del rientro? Il più rilevante è quello dell’effetto del “made in” indicato da oltre il 37% delle imprese rientrate. Poi il “miglioramento dei rapporti col cliente” e la “scarsa qualità delle produzioni delocalizzate”.
Sull’onda di questi dati e di queste analisi, e anche sull’esempio di quanto stanno facendo non solo Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna con interventi di tipo legislativo, ma anche regioni italiane come Piemonte, Lombardia, Emila Romagna, Abruzzo con strategie regionali e sperimentazioni, la mozione presentata a Montecitorio sollecita il governo “ad adottare ogni iniziativa, anche legislativa, volta a favorire il rientro delle imprese italiane che hanno delocalizzato la produzione al di fuori dei confini nazionali”.
Con una puntualizzazione: nessuna discriminazione nei confronti di chi non ha mai delocalizzato e il fenomeno del reshoring dovrebbe godere di un trattamento identico a quello riservato all’attrazione di investimenti da parte di imprese estere. In altri termini: alle aziende italiane che dopo aver delocalizzato decidono di rientrare dovrebbero essere offerti gli stessi incentivi e servizi che vengono messi a disposizione di realtà imprenditoriali straniere desiderose di investire in Italia.
Iniziative legislative, dunque, accompagnate inoltre dalla istituzione di un fondo presso la Cdp da destinare agli enti locali per realizzare o riqualificare siti idonei alla industrializzazione, e rifinanziamento delle agevolazioni previste dal Piano nazionale impresa 4.0
Una parte delle risorse necessarie per la promozione del reshoring viene individuata nella possibilità di utilizzare quote delle risorse destinate alla promozione del made in Italy.