Nel caso delle elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica l’importante è non legarsi troppo a un unico schema di gioco ma cogliere tutte le opportunità che l’evolversi della situazione politica e parlamentare può offrire per arrivare alla soluzione migliore per il Paese: è quanto ha affermato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nel podcast del gruppo Gedi condotto da Gerardo Greco.
A pochi giorni dall’avvio delle votazioni per la scelta del nuovo Capo di Stato, secondo Renzi sono tre gli schemi di gioco sul tavolo.
Il primo riguarda la possibilità che il centrodestra, che con i suoi 460 voti è lo schieramento più forte, avanzi una candidatura che possa raccogliere anche consensi nell’area di centrosinistra. Ovviamente non stiamo parlando di Silvio Berlusconi, che il centrosinistra non voterà mai. E allora? Renzi non ha fatto nomi ma un candidato del centrodestra che potrebbe raccogliere voti anche nel centrosinistra è quello di Gianni Letta.
Il secondo schema porta il nome di Mario Draghi, che, come ha fatto benissimo il Presidente del Consiglio, potrebbe essere un Capo dello Stato di grande autorevolezza e prestigio internazionale. Ma se Draghi salisse al Quirinale, le forze politiche dovrebbero raggiungere un accordo di ferro sul nuovo governo, sia per evitare elezioni anticipate e arrivare alla fine naturale della legislatura nel 2023, sia per non sprecare l’occasione unica che l’Italia ha davanti a sé con la pioggia di soldi del Next Generation Eu, a condizione che si sappiano spendere bene e che si facciano le riforme promesse all’Europa. Naturalmente il nuovo Governo potrebbe essere a maggioranza Ursula (cioè senza Lega e Fratelli d’Italia) o di unità nazionale con la presenza dei leader nell’Esecutivo.
Poi c’è il terzo schema che – ad avviso di Renzi – potrebbe prevedere dalla quarta votazione una sorta di ballottaggio tra Berlusconi e un candidato alternativo del centrosinistra.
Secondo il leader di Italia Viva non è invece all’ordine del giorno la rielezione di Sergio Mattarella, che non potrebbe essere eletto all’unanimità come nel caso del Napolitano bis perché la destra non lo voterebbe. Ma, al di là delle nebbie che attualmente avvolgono il Quirinale, secondo Renzi le elezioni non andranno troppo per le lunghe e verso il 27 gennaio l’Italia potrebbe avere un nuovo Presidente della Repubblica.