Sul referendum costituzionale il premier Matteo Renzi non ha paura di andare al voto e boccia lo spacchettamento: “Non sta in piedi”. Con queste parole, in un’intervista al Corriere.it a Milano, il presidente del Consiglio ha aggiunto che non sta a lui decidere la data del referendum costituzionale, che spetta alla Cassazione, ma che la consultazione potrebbe essere entro il 6 novembre. L’altro capitolo importante è quello delle banche: e qui, l’accordo con l’Europa sul sostegno pubblico alle banche in crisi, ha affermato, è in dirittura d’arrivo.
“Mi dicono che il 30 ottobre c’è un ponte… se non è il 30 ottobre, a naso si potrebbe fare il 6 novembre”, ha detto il premier per il quale la consultazione sarà una prova cruciale.
Citando l’opinione di molti giuristi, Renzi ha detto che non è possibile spacchettare il quesito e fare “un referendum à la carte”. «Si spacchetta a Natale – ha tagliato corto Renzi -. A mio avviso lo spacchettamento non sta in piedi, nel senso che capisco che semplificherebbe la comprensione se la domanda fosse secca ma è in ballo la Costituzione e la Costituzione ha delle regole e la maggioranza dei giuristi dicono che non è possibile spacchettare e fare il referendum à la carte». E quanto all’Italicum, «l’Italia una legge elettorale oggi ce l’ha, ma se il Parlamento vorrà cambiarla non sarà il governo ad impedirlo».
Renzi, che molte volte ha legato il futuro del suo governo all’esito della consultazione, porta oggi la questione sul merito e rivolgendosi ai cittadini dice: “Se volete cambiare votate Sì, se volete restare come siamo adesso votate No”. C’è da aggiungere che la raccolta di firme in Parlamento per proporre alla Cassazione lo spacchettamento del quesito referendario, si sta rivelando un flop: non arriva a 30 il numero dei deputati che finora l’hanno sottoscritta e i tempi sono ormai stretti visto che i tempi si chiudono giovedì 14 luglio.
Quanto alle banche, “un accordo compatibile con le regole attuali che metta al riparo dai problemi è assolutamente a portata di mano”, ha risposto il premier alla domanda se ritenga vicina l’intesa mentre a Bruxelles è in corso la doppia serie di incontri con Eurogruppo e Ecofin.
Il governo italiano sta negoziando con la Commissione europea tutte le forme di intervento pubblico ammesse dalla normativa comunitaria a sostegno del sistema bancario italiano, finito ancor più sotto pressione sui mercati finanziari dopo il referendum sulla Brexit del 23 giugno scorso.
Renzi ribadisce l’impegno a tutelare risparmiatori e correntisti e aggiunge che le “banche devono fondersi” per aumentare competitività e diventare più redditizie.
Questa mattina, poi, Renzi ha annunciato che “entro l’anno arriverà il decreto che cambierà definitivamente il rapporto tra fisco e cittadini ed Equitalia non ci sarà più. Non è che le multe non si pagano più, ma si pagheranno in modo diverso. Il fatto che non ne abbia più parlato, non significa che non si farà, confermo che entro la fine dell’anno bye bye Equitalia”.