L’ex Premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi è stato prosciolto dal gup di Firenze Sara Farini per l’inchiesta sulla fondazione Open, nata per sostenere le iniziative politiche del leader di Iv quando era segretario del Pd. Insieme a lui sono stati prosciolti anche gli ex ministri Maria Elena Boschi e Luca Lotti, l’imprenditore Marco Carrai e l’avvocato Alberto Bianchi e gli altri 6 indagati. Il Gup ha decretato il “non luogo a procedere”, giudicando inconsistenti le accuse della procura sulla gestione della fondazione Open.
Renzi: “Oggi in tanti dovrebbero scusarsi”
“Ho quasi cinquant’anni. Gli ultimi cinque li ho vissuti da ‘appestato’ per l’incredibile inchiesta Open. Uno scandalo assoluto per tutti quelli che avevano letto le carte, ma nonostante questo sono stato politicamente massacrato da tanti, a cominciare da Fratelli d’Italia e dai Cinque Stelle. Dopo anni di sofferenza oggi arriva la notizia: prosciolto. Prosciolto io, prosciolti tutti i miei amici sia politici come Maria Elena e Luca sia professionisti come Marco, Riccardo, Alberto e tutti gli altri. Oggi in tanti dovrebbero scusarsi, Meloni e Travaglio in primis. Non lo faranno. Pace”, commenta su X il leader di Iv Matteo Renzi.
“Finisce l’incubo. Dopo anni di sofferenza silenziosa oggi si chiude la pagina di Open: sono stata prosciolta”, ha scritto in un post su Facebook la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi. “Da avvocato – spiega – conoscevo l’assurdità delle accuse. Da parlamentare ero certa della correttezza del nostro operato. Ma da donna ho sofferto molto, quasi sempre in silenzio. Ringrazio Giulio per avermi abbracciata e capita. Ringrazio i miei genitori e i miei fratelli, tutta la famiglia, per avermi aiutata e sostenuta, a cominciare da mio padre che aveva dovuto soffrire un trattamento persino peggiore ma altrettanto ingiusto. Ringrazio i miei avvocati, Nanni e Pellegrini e soprattutto Paola Severino collega amica e faro. Abbraccio Matteo, Luca e tutti i miei amici e colleghi. E do a tutti l’appuntamento alla prossima Leopolda, a ottobre 2025”. “Non smettiamo di lottare per un Paese più giusto. E più garantista”, conclude Boschi.
La vicenda
Renzi, Boschi e Carrai erano imputati del solo reato di finanziamento illecito ai partiti. Tra le altre ipotesi di reato contestate dalla procura a vario titolo anche il traffico di influenze, corruzione, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Secondo l’accusa Open – il cui presidente era Bianchi e il cda comprendeva Boschi, Lotti e Carrai -, avrebbe agito come una articolazione di partito, e in particolare della corrente del Pd legata a Matteo Renzi. Circa 3,5 milioni di euro i soldi che, per la procura, sarebbero arrivati nelle casse dell’ente dal 2014 al 2018 in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. Accuse contestate da Renzi che ha ingaggiato una battaglia anche a colpi di denunce contro i pm dell’inchiesta.
L’udienza preliminare si era aperta il 3 aprile 2022 e si è protratta per oltre due anni, con anche un ricorso alla Consulta sul conflitto di poteri. In aula oggi “letti ed applicati gli articoli 424 e 425 terzo comma 3 del Codice di procedura penale”, il giudice ha dichiarato “il non luogo a procedere nei confronti degli imputati in quanto gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna”.