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Renzi: “Non caccio gli indagati ma non cambio la legge Severino”

Dopo le dimissioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, il premier Matteo Renzi respinge le accuse di doppiopesismo e non intende sostituire i sei sottosegretari indagati (Barracciu, Del Basso De Caro, De Filippo, Bubbico e Farone del Pd e Castiglione di Ncd) perchè – spiega in un’intervista a “la Repubblica” – “ci si dimette per questioni politiche e morali ma non per un avviso di garanzia”.

Dure le reazioni polemiche di Grillo e di Salvini ma il segretario di Ncd, Angelino Alfano spegne le accuse di doppiopesismo al Premier ricordando che “Renzi non ha mai chiesto le dimissioni di Lupi che si è dimesso volontariamente”. Tace invece il segretario di Sel, Nicki Vendola, che pur essendo stato raggiunto da un avviso di garanzia, non ha mai pensato di dimettersi da Goverantore della Puglia.

Ma Renzi ha detto un’altra cosa molto importante nell’intervista a “la Repubblica” in riferimento alla candidatura alla guida della Regione Campania di De Luca, condannato in primo grado, affermando che, diversamente da quanto suggerisce Pierluigi Bersani, non alcuna intenzione di modificare la legge Severino che libererebbe dall’handicap giudiziario De Luca: “La modifica della legge Severino non è all’ordine del giorno e non è in discussione”.

“De Luca considera giusto chiedere il voto agli elettori – spiega Renzi – e si sente forte del risultato delle primarie”. La legge Severino prevede però che dopo una condanna di primo grado si decade dagli incarichi pubblici (come successe al sindaco di Napoli De Magistris) ma questo non esclude – come fece con sucesso lo stesso De Magistris – la possibilità di ricorrere al Tar. Come probabilmente farà De Luca se dovesse battere alle prossime elezioni regionali campane il Governatore uscente Caldoro.

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Categories: Politica