Abolizione delle Province, visita di Barack Obama a Roma, e poi ancora la riforma costituzionale per la cancellazione del Senato, in cui spunta un articolo per consentire al premier di revocare i ministri. E’ un’agenda fitta quella che Matteo Renzi dovrà affrontare nei prossimi giorni.
ABOLIZIONE PROVINCE E TENSIONI NELLA MAGGIORANZA
Si comincia oggi pomeriggio dalle Province. O meglio, con il ddl che cancella gli organi politici impedendo nuove elezioni, prevede una trasformazione delle Province in enti di secondo grado (con il loro progressivo svuotamento a favore delle Città Metropolitane), ma di fatto non le rimuove dalla Carta Costituzionale. “Se domani passa la nostra proposta, tremila politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani. #lavolta buona”, ha twittato ieri sera il Presidente del Consiglio.
Eppure, i segnali di tensione nella maggioranza non mancano: solo qualche ora prima, il disegno di legge firmato da Graziano Delrio era stato fermato due volte in commissione (decisivo il fuoco amico del presidente dei Popolari Mario Mauro, assente al voto), per poi passare alla terza tornata. Quanto alla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal Movimento 5 Stelle, è stata respinta dall’Aula con appena tre voti di scarto. Insomma, una cornice tutt’altro che rassicurante per l’Esecutivo, che sembra deciso a porre la fiducia sul provvedimento.
OBAMA A ROMA E IL DOSSIER UCRAINA
Una volta superata questa prova, Renzi dovrà preoccuparsi di accogliere in una Roma blindata il numero uno della Casa Bianca. L’Air force one dovrebbe atterrare questa sera all’aeroporto di Fiumicino, con a bordo forse anche la First Lady e le figlie del presidente americano. Il programma di Obama per giovedì prevede in mattinata l’incontro con Papa Francesco in Vaticano, poi il pranzo con il Capo dell Stato Giorgio Napolitano al Quirinale, quindi l’appuntamento con il Presidente del Consiglio a Villa Madama. Infine, nel pomeriggio, il Presidente americano visiterà il Colosseo.
Il tema numero del suo tour europeo è naturalmente la questione ucraina: ieri Obama ha detto che “se Mosca va avanti, ci saranno conseguenze”, poi ha assicurato che se i Paesi confinanti ì saranno minacciati nella loro integrità territoriale, allora “gli alleati della Nato obbediranno al principio della difesa collettiva e li difenderanno”. Il capo di Stato Usa, non celando preoccupazioni, ha poi fatto sapere che la Nato si sta organizzando in modo ancora più intenso per fare in modo che ci siano piani di emergenza e tutti gli alleati abbiano delle garanzie: “Agiremo in loro difesa qualunque cosa accada: questa è la Nato”, ha ribadito.
CANCELLAZIONE DEL SENATO E UN NUOVO POTERE AL PREMIER: LA POSSIBILITA’ DI REVOCARE I MINISTRI
Infine, il terzo dossier all’ordine del giorno per Renzi riguarda il Senato e i poteri costituzionali del Presidente del Consiglio. Secondo indiscrezioni riportate questa mattina da La Repubblica, il Premier e Forza Italia hanno trovato l’intesa per inserire nel testo sull’abolizione del bicameralismo anche una nuova prerogativa per chi guida l’Esecutivo: la possibilità di revocare i ministri, da sempre un pallino di Silvio Berlusconi, che quando era capo del Governo manifestò più volte l’intenzione di licenziare qualcuno dei suoi collaboratori, in primo luogo Giulio Tremonti. Oggi ci sono solo due modi per revocare un membro del governo: dimissioni volontarie o mozione di sfiducia individuale.