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Renzi è in Argentina, i numeri dell’export

Il premier Matteo Renzi  è partito per l’Argentina in visita ufficiale. La recente elezione di Mauricio Macri alla presidenza apre una nuova fase per il Paese, segnato dal recente selective default del 2014 (legato all’insolvenza del 2002), che ha precluso la possibilità di accedere a finanziamenti sui mercati internazionali e ha portato alla riduzione delle riserve valutarie. E la Sace ha fatto i primi conti sulle prospettive per l’economia italiana legate a questo viaggio. Secondo le previsioni della Banca Mondiale, l’Argentina dovrebbe riprendere infatti la strada della crescita, con un +0,7% del Pil nel 2016. Tra le principali azioni che il governo sta portando avanti spiccano la riduzione del tasso di inflazione, il risanamento dei conti pubblici (attraverso una politica di aggressivi tagli alla spesa pubblica), e l’eliminazione delle distorsioni sul tasso di cambio e sui movimenti di capitali.

Cambiamenti che stanno costando alla popolazione un improvviso aumento del costo della vita (le bollette energetiche, calmierate con il precedente governo Kirchner, sono aumentate del 500%) ma che sono accolti con favore dai mercati internazionali. Di questo e delle opportunità per le imprese italiane parlerà Macri martedì in occasione dell’incontro con il premier Matteo Renzi, che è il primo capo di governo europeo a far visita alla Casa Rosada da poco insediata dall’ex sindaco di Buenos Aires.

“Le autorità dovranno altresì ridefinire un business environment trasparente e credibile – spiega una nota di Sace, che parteciperà alla missione in Argentina -, insieme a misure volte a incentivare gli investimenti esteri. Il nuovo esecutivo ha recentemente siglato un accordo, soggetto all’approvazione del Parlamento, con gli obbligazionisti italiani detentori dei Tango Bond che non avevano accettato le ristrutturazioni del 2005 e del 2010, e sta cercando di portare avanti i negoziati con gli hedge fund americani, offrendo circa 6,5 miliardi di dollari”.

Nonostante i timidi segnali di ripresa, l’atteggiamento degli investitori nei confronti della seconda economia del Sudamerica rimane tuttavia estremamente prudente. Ecco, secondo Sace, le potenzialità del mercato argentino per export e investimenti italiani:

– L’Italia è il terzo partner commerciale europeo dell’Argentina dopo la Germania e la Spagna. Nel 2014 le esportazioni italiane nel Paese sono diminuite del 5%, attestandosi intorno a 1 miliardo di euro. Nei primi 10 mesi del 2015, l’export è ulteriormente calato dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

– Sace prevede che, entro il 2018, le nostre vendite potranno raggiungere 1,17 miliardi di euro, con un incremento cumulato del 13% circa in quattro anni.

– Tra i principali settori di esportazione delle nostre aziende rientrano la meccanica strumentale (motori e turbine, macchine per la movimentazione e il sollevamento, macchine per l’industria alimentare), la metallurgia (prodotti della siderurgia, tubi, condotti, profilati) e i prodotti chimici (chimica di base, fertilizzanti).

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Categories: Politica