Tutto si può dire di Matteo Renzi tranne che non ami sparigliare e prendere in contropiede gli avversari. Lo ha fatto nel 2021 quando, in perfetta solitudine e sotto una pioggia di critica dei soliti benpensanti, diede una spallata al Governo Conte 2 e spianò la strada alla scelta del Presidente Sergio Mattarella di chiamare Mario Draghi alla guida del nuovo Governo. Renzi si sta ripetendo in questi giorni candidandosi in extremis, ma all’ultimo posto per non risultare ingombrante, nelle liste di Stati Uniti d’Europa con Emma Bonino. Con una differenza sostanziale rispetto agli altri leader politici che chiedono un voto per Bruxelles ma non ci andranno mai: Renzi e Bonino hanno solennemente promesso che, se eletti, lasceranno il Parlamento italiano e si trasferiranno armi e bagagli nel Parlamento europeo. E’ una scelta coraggiosa ma soprattutto intelligente perché, come ripete sempre Draghi, i problemi della transizione energetica e di quella digitale, ma anche i problemi quelli della difesa e della crisi demografica, sono talmente grandi e richiedono investimenti talmente impegnativi che nessun Paese può pensare di risolverli in casa propria. La vera battaglia del futuro non si gioca più in Italia ma in Europa ma in un’Europa da rifare da cima a fondo, come dicono Macron e Draghi e come promettono Renzi e Bonino. Lasciare il Parlamento italiano è una scelta controcorrente ma stavolta i giochi delle tre carte, come stanno facendo tutti gli altri leader, non saranno tollerati salvo perdere la faccia. Renzi e Bonino hanno fatto una promessa solenne, che merita applausi, ma guai a non onorarla fino in fondo.