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Renzi-Anci: no a nuovi tagli per i Comuni, ma la partita non è chiusa

Il Def non conterrà ulteriori riduzioni dei trasferimenti di qui al 2017 – Dall’Anci arriverà una proposta per ripartire diversamente i tagli già stabiliti – Botta e risposta fra i sindaci di Bologna e Firenze – In termini assoluti, però, le riduzioni maggiori colpiscono Roma e Napoli.

Renzi-Anci: no a nuovi tagli per i Comuni, ma la partita non è chiusa

I 10 miliardi di tagli alla spesa pubblica in programma per il 2016 non riguarderanno i trasferimenti ai comuni.
Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi al termine dell’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi con l’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani. Resta ancora da decidere, invece, come ripartire i tagli da 1,2 miliardi che la legge di Stabilità impone ai Comuni per quest’anno (un altro miliardo riguarda il taglio dei trasferimenti alle Province e alle città metropolitane).

Il Def del “2015-2017 non conterrà misure di tagli aggiuntivi rispetto a quelli” già decisi con la legge di Stabilità, ha detto il presidente dell’Anci, Piero Fassino, spiegando che “Matteo Renzi, con il quale sono stati superati i fraintendimenti, si è detto disponibile a risolvere positivamente il tema del calo di gettito per alcuni Comuni dovuto al passaggio dall’Imu alla Tasi: nel 2014 si era provveduto con un fondo perequativo da 625 milioni e ora il governo si è detto disponibile ad una soluzione di questo problema”. 

I Comuni hanno poi “confermato la volontà di attenersi all’intesa sul riparto dei tagli sulle città metropolitane – ha continuato Fassino –, ma al tempo stesso hanno posto un’oggettiva osservazione, e cioè che quell’accordo è particolarmente oneroso per Roma, Firenze e Napoli. Dunque i sindaci chiedono non la ridefinizione dell’accordo e dell’entità del taglio, che resta invariato, ma un modo, attraverso un diverso riparto tra le diverse città o con altri meccanismi, per ridurre l’impatto su Roma, Firenze e Napoli. Ne discuteremo in riunione con le città metropolitane oggi per definire una proposta che porteremo all’incontro di mercoledì prossimo”.

IL DERBY BOLOGNA-FIRENZE

Per il momento, quindi, rimane aperto il derby fra Bologna e Firenze. Ieri il sindaco della città emiliana, Virginio Merola, aveva accusato il suo collega fiorentino e compagno di partito nel Pd Dario Nardella di non rappresentare tutti i Comuni italiani, esortandolo a dimettersi da vicepresidente dell’Anci. “I numeri sono numeri”, aveva replicato Nardella, che nei giorni scorsi si era lamentato per i maggiori tagli imposti alla città metropolitana del capoluogo toscano, rispetto, ad esempio, a quella di Bologna: “A loro il governo ha ridotto i fondi del 5%, a noi del 23”. 

IL METODO DELLA RIPARTIZIONE DEI TAGLI

Al centro del contendere c’è il meccanismo previsto dalla legge di Stabilità 2015 per la ripartizione della spending review imposta ai Comuni e ai cosiddetti enti di area vasta, che vale per quest’anno 900 milioni (di cui 256 alle città metropolitane, le realtà amministrative che costituiscono il superamento delle Province, e il resto alle Province che rimangono tali), cui si aggiungono altri 100 milioni nelle Regioni a statuto speciale.

In sostanza, non si applica più il metodo dei costi storici ma quello dei costi standard, ovvero si calcola quanto dovrebbe costare davvero un servizio se tutto funzionasse come dovrebbe e su  quella base si opera la riduzione dei trasferimenti, prendendo come riferimento la media della spesa nel triennio 2010-2012 in ogni provincia. Il nuovo criterio dei costi strandard, più virtuoso, viene applicato ancora parzialmente: per l’80% si fa ancora riferimento ai costi storici e solo per il 20% ai fabbisogni standard. E tuttavia già i sindaci si pongono sulla difensiva. Sulle regole stabilite nella finanziaria erano tutti d’accordo: i problemi sono nati dopo che i calcoli hanno stabilito l’entità dei tagli da imporre alle singole amministrazioni.

IL BOTTA E RISPOSTA NARDELLA-MEROLA 

“Io non critico la politica del governo, ma ho posto nell’Anci un tema di ripartizione dei sacrifici – ha detto Nardella a Radio 24 –. Vi sono dei criteri tecnici che stabiliscono una serie di modalità; io pongo il problema che dobbiamo risolvere tutti insieme. Spesso sono colpiti gli enti locali più virtuosi. Poniamo un tema non facendo polemica tra sindaci e governo, ma su come si possono applicare dei tagli proporzionali e giustificabili ai vari enti locali sulla base anche delle loro capacità”. 

Merola però ha ricordato che “i criteri di ripartizione dei tagli sono stati concordati in Conferenza Stato-Regioni. Nardella è coordinatore, per l’Anci, delle città metropolitane: non si è mai visto un coordinatore che invece di rappresentare tutti attacca altre città. Quindi, o Nardella si è sbagliato oppure semplicemente non mi rappresenta più ed è bene che si dimetta”.

LA CLASSIFICA DEI TAGLI

Nel dettaglio, i tagli previsti per Firenze ammontano a quasi 26 milioni in termini assoluti nel 2015, che corrispondono a una riduzione del 30,24% sulla media del 2010-2012. A Bologna invece la sforbiciata vale poco più di 5 milioni (-6,61%). Quanto alle altre città, il primato assoluto dei tagli spetta a Roma (-87 milioni, ovvero -24,9%), seguita da Napoli (-65 milioni, pari a un -16,42%), Torino (-20 milioni, per un taglio del 6,61%) e Milano (-17 milioni, anche in questo caso una riduzione del 6,61%).  

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