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Renzi a Pd: “Conquistare il 40% o è caos”

Il segretario del Pd non replica a D’Alema, che si prepara alla scissione, e non parla di elezioni ma non risparmia frecciate a Grillo, alla Cgil e all’Unione europea (“Cambia il mondo e Bruxelles sa solo occuparsi dello 0,2%”) e poi ricorda al partito che o sa essere protagonista del cambiamento o non riuscirà a contrastare il declino.

Renzi a Pd: “Conquistare il 40% o è caos”

“C’è un modo per evitare il caos: arrivare al 40%. Possiamo farlo noi, possono farlo gli altri. Noi ci siamo già arrivati: una volta è stata una vittoria, una volta una sconfitta. Siamo abituati ad arrivare al 40% se smettiamo di guardare al nostro ombelico. Sappiamo come si fa, non so se ce la faremo”: così l’ex premier Matteo Renzi, alla sua prima uscita ufficiale dopo le dimissioni in seguito all’esito negativo del referendum sulla riforma costituzionale. All’assemblea degli amministratori del Pd Renzi ha risposto indirettamente anche alla polemica lanciata da D’Alema sull’eventualità di andare velocemente alle elezioni: “Il punto non è il giorno delle elezioni, se votiamo con la legge della Consulta o la legge x o y, sono specchietti per le allodolole. La questione reale è che il mondo cambia ad un ritmo talmente impressionate che o il Pd, prima comunità politica del paese, prova a giocare un ruolo di proposta o stiamo diventando il luogo in cui qualcuno fa un servizio per un certo periodo, pensa al proprio io e l’Italia gioca una partita di serie B”. 

Renzi aveva iniziato il suo intervento sulla platea della Fiera di Rimini, dove nel weekend si tiene l’assemblea degli amministratori locali del Partito democratico, parlando del terremoto e dell’emergenza neve che ha recentemente colpito, ancora una volta, il Centro Italia: “Non c’è dubbio che si possa sempre fare meglio, ma che squallore quando subito dopo la tragedia qualcuno ha cercato di fare sciacallaggio sulla Protezione civile. Vorrei che dedicassimo la nostra assemblea a una delle vittime di Rigopiano, Jessica, una giovane democratica. Il padre ha detto ‘abbiamo perso una figlia che credeva al cambiamento di questo Paese’. Parole che mi hanno fatto venire i brividi”. Frecciate non sono mancate nemmeno a Grillo e alla Cgil (sui voucher).

Prima dell’ex premier aveva parlato, a Roma, Massimo D’Alema, grande oppositore del referendum costituzionale promosso dal penultimo governo e pronto a una scissione all’interno del centrosinistra: “Dobbiamo tenerci pronti ad ogni evenienza – ha detto D’Alema, aprendo all’ipotesi di una scissione -. I nostri comitati devono iniziare a raccogliere fondi, aprire sedi in tutta Italia. Perché se Renzi porterà il Paese nell’avventura delle elezioni, senza congresso, e cercando di ridurre il partito all’obbedienza, ognuno di noi si sentirà libero”. “Alcuni di noi non sarebbero solo liberi – ha aggiunto D’Alema – ma avrebbero il dovere di farlo, per la responsabilità che portano verso la storia della sinistra italiana”. Il nome e il simbolo della nuova corrente ci sono già: “Consenso. Per un nuovo centrosinistra”, scritto con caratteri bianchi su sfondo verde. 

Renzi ha poi commentato anche la situazione internazionale, dall’insediamento di Trump negli Usa all’Europa: “In Europa accade che l’Europa si mette a mandare letterine dicendo che noi abbiamo un grande problema. Intanto il messaggio di Trump è un messaggio potente di cambiamento radicale che gli Usa perseguiranno nei prossimi anni, piaccia o non piaccia. C’è un cambio gioco nella politica internazionale che è un po’ più importante delle parole che si dicono in un convegno a poche ore da qua”, ha aggiunto riferendosi ancora una volta, senza nominarlo, a D’Alema.

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