“Siamo d’accordo nell’incontrarci di nuovo e vi diamo la disponibilità per le giornate di giovedì o venerdì. Va bene presso la Camera, va bene in streaming, fateci sapere”. E’ quanto si legge nella lettera di replica inviata dal premier Matteo Renzi e dai vertici del Pd al Movimento 5 Stelle dopo l’ultimatum grillino sulle riforme. Il pentastellato Luigi Di Maio assicura che oggi i democratici riceveranno una risposta.
“La legge elettorale per noi va approvata il prima possibile – puntualizza Renzi nella lettera -. Dunque, ragionevolmente, prima dell’entrata in vigore della riforma costituzionale. Dovendo azzardare dei tempi, potremmo dire che entro il 2014 si approva definitivamente la legge elettorale. Mentre l’approvazione definitiva della riforma costituzionale deve avvenire nel 2015, per poi procedere all’eventuale referendum”.
Quanto ai dettagli dell’Italicum, “noi abbiamo proposto il premio di maggioranza alla coalizione – continua il Premier -, voi volete lasciarlo solo alla lista vincente. La vostra è una posizione legittima, che rafforza il bipartitismo a scapito del bipolarismo. Ma perché il vostro premio di maggioranza al 52% è ‘democratico’, il nostro dell’Italicum al 55% è ‘incostituzionale autoritario e antidemocratico’, mentre quello dei sindaci al 60% ritorna democratico?. Il premio di maggioranza è condizione di governabilità. Se ci sono solo cinque parlamentari di differenza tra maggioranza e opposizione, la tenuta quotidiana della maggioranza parlamentare dipenderà dal raffreddore degli eletti. Non possiamo accettare una maggioranza che sia in balia dell’aspirina (o, se la citazione vi ricorda qualcuno, dal Maalox)”.
Nel capitolo riforme costituzionali, invece, “la vostra posizione sull’immunità è molto seria”, prosegue Renzi, sempre rivolgendosi ai grillini, che vorrebbero limitarla, se non escluderla, per i nuovi Senatori non eletti direttamente dai cittadini ma in secondo grado (col rischio però di incostituzionalità, visto che alla Camera vige l’immunità). “Siamo pronti a discuterne anche con gli altri partiti – assicura il Premier -. Come sapete noi non guardiamo in faccia a nessuno e abbiamo votato per l’arresto anche di nostri colleghi”.
L’unico punto di discussione sul Senato “ci pare verta sul fatto che la vostra richiesta è di scegliere i 74 consiglieri regionali che siederanno anche in Senato con l’elezione di primo livello anziché con l’elezione di secondo livello – prosegue la lettera -. La riforma sarà anche un attentato alla democrazia, ma rischia di vedervi d’accordo su quasi tutti i punti”.
Ieri mattina, tuttavia, Grillo aveva pubblicato un posto assai polemico: “Della Boschi non ci fidiamo. La maggioranza dei cittadini tirerà dritto per sfasciare la Costituzione, mantenere i loro privilegi e togliere agli italiani la sovranità popolare”.
Intanto, ieri si è aperta la discussione in Senato sulle riforme costituzionali, che proseguirà oggi, ultimo giorno per la presentazione degli emendamenti. Da domani dovrebbero iniziare le votazioni sulle proposte di modifica.