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Renault-Nissan, ecco il nuovo piano per uscire dalla crisi

Imagoeconomica

Gli aiuti di Stato piacciono ai mercati. Non è infatti un caso se all’indomani del via libera di Intesa Sanpaolo al prestito da 6,3 miliardi per Fca (garantito da Sace) e al bazooka dal presidente Emmanuel Macron per sostenere il mercato auto, siano proprio Fca e Renault a svettare rispettivamente sulle Borse di Milano e Parigi. Il Lingotto recupera oltre il 4%, mentre i cugini francesi, che da soli dovrebbero ricevere 5 miliardi degli 8 totali messi in campo dal governo, schizzano addirittura del 15% sopra i 22 euro, dopo che i vertici hanno annunciato un nuovo piano che ridurrà i costi di 2 miliardi. Eppure appena pochi giorni fa il ministro dell’Economia Bruno Le Maire aveva lanciato l’allarme, dicendo che Renault “rischia di scomparire”: ora torna l’ottimismo, a patto però che le aziende (anche la stessa Peugeot, che infatti ha immediatamente annunciato investimenti in Francia) non chiudano nemmeno una fabbrica in Francia.

L’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi ha dunque annunciato proprio oggi il primo piano industriale dell’era post-Ghosn, l’ex CEO arrestato due anni fa e poi fuggito dal carcere, finendo in un intrigo internazionale. “E’ venuto il momento di ricostruire l’Alleanza tra Renault, Nissan e Mitsubishi”, ha detto il presidente Jean-Dominique Senard, alludendo dunque al fatto che per superare la crisi serva una più stretta cooperazione tra le case del gruppo per sviluppare e produrre macchine che permettano di sopravvivere in questa difficile situazione di mercato aggravata dalla pandemia. Come? Puntando su efficienza e competitività, più che sui volumi. “Il precedente modello dell’Alleanza – ha proseguito il manager francese – era basato sulla crescita dei volumi ma il mercato è cambiato e ci adattiamo.

Con questo nuovo accordo viene quindi superata la visione dell’Alleanza di Carlos Ghosn: il gruppo si rinnova, puntando anche ad una redditività sostenibile. Il nuovo modello prevede che per ogni auto prodotta dalle tre società ci sarà uno schema di “leader-follower”, che permetterà di risparmiare il 40% degli investimenti in sviluppo. L’obiettivo è di arrivare al 2025 con il 50% dei modelli prodotti dall’Alleanza con questo schema: in pratica, per ogni segmento di prodotto ci si concentrerà su un modello e da quello ne saranno sviluppati altri con l’aiuto delle altre società. Inoltre, il nuovo piano dell’Alleanza prevede per le diverse aree geografiche una società che farà da riferimento: Nissan lo sarà per Cina, Nord America e Giappone; Renault in Europa, Russia, Sudamerica e Nord Africa; Mitsubishi Motors nell’area Asia e Oceania.

Questa operazione significa un risparmio di costi complessivi di 2 miliardi di euro, anche se Senard ha assicurato che ciò non comporterà un depotenziamento delle fabbriche in Francia, considerando come detto che il maxi prestito da 5 miliardi offerto da Macron è subordinato alla conservazione di tutti i posti di lavoro in territorio francese, e che Parigi è azionista al 15% di Renault: “Non c’è alcun problema nei rapporti con lo Stato francese”, ha detto il presidente di Renault, che poi ha anche rilanciato sui progetti di espansione, non escludendoli. “Il mondo è pieno di opportunità, ora puntiamo a rafforzare l’alleanza e questa è la nostra priorità ma restiamo aperti a tutti”. Va ricordato che la crisi della casa francese è iniziata già nel 2019, chiuso in perdita per la prima volta dopo 10 anni.

Dopo il prestito annunciato da Macron si sta riorganizzando anche Psa Peugeot, promessa sposa di Fca, che ha già delineato il suo impegno – in seguito al sostegno ricevuto dal governo – a trasferire in Francia alcune delle produzioni oggi realizzate in Asia. “Il piano presentato dal presidente della Repubblica francese si adatta perfettamente alle iniziative avviate dal gruppo contro il riscaldamento globale, e corredate da ingenti investimenti per localizzare in Francia la catena del valore dell’elettrificazione”, ha commentato l’amministratore delegato Carlos Tavares. Nel primo trimestre del 2020, il colosso francese ha sofferto come tutti: fatturato sceso del 15,6% a 15 miliardi di euro, vendite globali in calo del 29%.

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Categories: Economia e Imprese