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Renato Guttuso a Pavia con 50 opere

L’esposizione, dal titolo Guttuso. La forza delle cose, patrocinata dal MiBACT Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia, l’Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi, gli Archivi Guttuso e curata da Fabio Carapezza Guttuso e Susanna Zatti.

Le nature morte di Renato Guttuso costituiscono, dalla fine degli anni Trenta, una componente essenziale della sua produzione e un punto di riferimento per gli artisti della sua generazione. L’artista indaga ossessivamente una serie di oggetti che si animano nelle tele e che diventano i protagonisti indiscussi delle opere grazie alla straordinaria forza espressiva e alla potenza cromatica.

La rassegna presenta oltre cinquanta opere provenienti da prestigiose sedi espositive tra le quali il MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, la Fondazione Magnani Rocca, i Civici Musei di Udine, il Museo Guttuso, la Fondazione Pellin e alcune importanti collezioni private, e offre al pubblico una prospettiva inedita e di grande fascino sul percorso artistico del maestro siciliano, studiando la forza delle cose rappresentata nei suoi lavori.

La carica travolgente delle nature morte di Guttuso è certamente una caratteristica distintiva della sua pittura. La mostra presenta una serie di capolavori che documentano, negli anni Quaranta, con Natura con drappo rosso(1942) l’impegno dell’artista a testimoniare la drammatica condizione esistenziale, imposta dalla dittatura e dalla tragedia della guerra, cui si contrappone, come una bandiera, il grande panno, rosso squillante; nel dopoguerra, con Finestra (1947) o Bottiglia e barattolo (1948), il crescente interesse verso la sintesi postcubista picassiana, che rivela il profondo impegno dell’artista nel recupero della cultura artistica europea; per arrivare, negli anni sessanta, a una nuova fase della pittura guttusiana, che rivela una dimensione più meditativa, derivante anche dalla elaborazione, nei suoi scritti, dei temi del realismo e dell’informale, visibile ne Il Cestello (1959), La Ciotola(1960) e Natura morta con fornello elettrico (1961).

L’esposizione si conclude con una selezione di dipinti della fine degli anni settanta-inizio anni ottanta, periodo in cui la continua ricerca del reale di Guttuso si accentua per dare vita a celebri dipinti come Cimitero di macchine(1978), Teschio e cravatte, Bucranio, mandibola e pescecane (1984) che diventano metafore e allegorie del reale. 

Durante la sua carriera Renato Guttuso ha collaborato con importanti scrittori come Moravia e Vittorini, scultori come Manzù e Moore, poeti come Pasolini e Neruda, registi come De Sica e Visconti, musicisti come Luigi Nono e artisti come Picasso. Questi rapporti influenzeranno i suoi lavori e ispireranno non solo dipinti, ma anche illustrazioni per libri, scenografie teatrali, collaborazioni cinematografiche, sodalizi letterari e politici.

Il percorso della mostra è arricchito da una serie di fotografie – in parte inedite – concesse dagli Archivi Guttuso, che permettono di approfondire la vita dell’artista, raccontandone abitudini, amicizie e curiosità. 

Approfondimenti video messi a disposizione da Rai Teche, consentono ai visitatori di avvicinarsi ulteriormente all’artista e alla sua opera, ascoltando la sua voce, vedendolo dipingere.

immagine: Renato Guttuso, Angurie, 1986 Olio su tela, cm 90×100 Busto Arsizio, collezione privata © Renato Guttuso by SIAE 2016

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Categories: Cultura