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Regno Unito, svolta a sinistra: trionfano i laburisti con 405 seggi su 650, Starmer sarà premier. Mai così male i conservatori, eletto Farage

Regno Unito, svolta storica a sinistra: trionfo Labour con 405 seggi su 650. Starmer: “Io servirò ciascuno di voi, che mi abbiate votato o no”. Tracollo dei conservarori di Sunak, rieletto nel suo seggio

Regno Unito, svolta a sinistra: trionfano i laburisti con 405 seggi su 650, Starmer sarà premier. Mai così male i conservatori, eletto Farage

Trionfo Labour con 405 seggi su 650. Il Regno Unito alle urne per le elezioni dedicate al rinnovo della Camera dei Comuni, unico ramo elettivo del Parlamento di Westminster, svolta decisamente a sinistra. Ed è una svolta storica. Si tratta di un voto articolato in altrettanti collegi uninominali maggioritari: passa solo il primo. A votare sono stati chiamati circa 50 milioni di britannici. Larga vittoria dell’opposizione, dunque, con un ritorno del Labour al governo dopo 14 anni, sotto la leadership moderata di sir Keir Starmer, 61enne ex procuratore della corona. “Io servirò ciascuno di voi, che mi abbiate votato o no” ha detto. Tracollo storico dei conservatori del premier Rishi Sunak (rieletto nel suo seggio), che sono al potere dal 2010. Il populista Nigel Farage è stato eletto deputato dopo sette tentativi falliti.

Trionfo Labour, per Starmer “scelte difficili”

Il futuro governo laburista di Keir Starmer, che sta emergendo dalle elezioni britanniche, sarà chiamato a fare “scelte difficili” per il futuro del Paese e in particolare per rilanciare l’economia e il livello di vita delle persone. Lo ha detto Rachel Reeves, prima donna destinata secondo le previsioni a ricoprire la carica di cancelliera dello Scacchiere del Regno (ministra delle Finanze e del Tesoro), nel discorso di vittoria nel suo collegio di deputata a Leeds.

Reeves ha esaltato la leadership di Starmer alla guida di un “Labour cambiato”, indicando fra i compiti del prossimo governo quelli di “voltare pagina, mettere fine al caos” imputato all’eredità Tory e “riscostruire il Paese”, all’insegna dello slogan “prima il Paese, poi il partito”.

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