E’ un effetto domino giudiziario quello che si sta abbattendo sulle Regioni italiane. Dopo Sicilia, Lombardia, Calabria e il recente Laziogate, altre due amministrazioni sono entrate nel mirino della magistratura: Piemonte e Emilia Romagna. Si allarga quindi lo spettro delle forze politiche coinvolte dalle indagini. A governare il Piemonte è il presidente leghista Roberto Cota, mentre alla guida dell’Emilia Romagna c’è un esponente del Partito Democratico, Vasco Errani.
PIEMONTE
E’ in corso da questa mattina un’operazione della Guardia di Finanza negli uffici torinesi dei gruppi politici del Consiglio Regionale piemontese. Le Fiamme gialle si sono presentate negli uffici dei gruppi di Pdl e Pd per acquisire documentazione sui rimborsi spese, oggetto di un’indagine conoscitiva avviata dalla Procura di Torino. “Non c’è nessun indagato, è una ricognizione della situazione”, ha spiegato il procuratore Gian Carlo Caselli al quotidiano online Affaritaliani.it.
“Per quello che ne, so la Guardia di Finanza ha visitato tutti i gruppo per un’indagine conoscitiva – ha detto Cota a SkyTg24 -. Ben venga per capire come funzionano i meccanismi dei gruppi. Non c’è assolutamente nulla da nascondere. L’indagine nasce dalla polemica che c’è in questi giorni sulle Regioni: la Procura ha detto che non ci sono state denunce o esposti”.
Restano tuttavia da chiarire le affermazioni di Roberto Rosso, deputato Pdl, che intervenendo lunedì sera ad una trasmissione in onda su Telelombardia ha descritto un sistema più che sospetto. “Tu fai figurare che ti sposti da un posto a un altro – ha confermato poi al Fatto quotidiano -, poi vai a cercare un consigliere comunale del luogo e ti fai rilasciare una ricevuta in cui figura che tu sei in missione per conto della Regione. Così incassi l’indennità di missione e pure il rimborso chilometrico per gli spostamenti”. Seguendo questo schema, un suo ospite al Sestriere sarebbe riuscito a farsi pagare la settimana bianca dalla Regione Piemonte.
EMILIA ROMAGNA
Di natura conoscitiva anche il fascicolo aperto dalla magistratura di Bologna. L’indagine, coordinata dai pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, è condotta dalla polizia giudiziaria e da un pool di cinque finanzieri. Ancora una volta l’obiettivo è fare chiarezza sui conti economici dei gruppi consiliari dell’Assemblea regionale e anche in questo caso nessun politico figura nel registro degli indagati, né è stata avanzata alcuna ipotesi di reato.
Il caso emiliano è però più articolato, considerando che a Bologna i pm hanno avviato nei mesi scorsi diverse altre inchieste su partiti e singoli politici. E’ attesa per il prossimo 7 novembre la sentenza del Gup sul caso che riguarda il governatore Errani, indagato per falso ideologico nella vicenda della cooperativa “Terremerse”. Il Presidente è accusato di aver fornito informazioni fuorvianti al magistrato che indaga sui contributi concessi dalla Regione alla cooperativa, presieduta in passato da Giovanni Errani, fratello del governatore.
E’ invece sotto inchiesta per peculato l’ex consigliere regionale dell’Idv (ora consigliere della Provincia di Bologna nel gruppo misto) Paolo Nanni, in relazione alla gestione dei soldi pubblici accantonati dalla Regione per i gruppi tra il 2005 e il 2010.
Anche alcuni esponenti della Lega Nord emiliana sono nei fascicoli dei pm bolognesi per i rimborsi elettorali ricevuti dal Carroccio alle passate elezioni regionali. Infine, la Procura ha avviato altre indagini nei confronti di alcuni consiglieri appartenenti a tutti i partiti politici per interviste rilasciate sotto pagamento ad alcune emittenti locali.