Alla vigilia dei referendum sull’autonomia di Lombardia e Veneto che si terranno il 22 ottobre, continua la polemica sull’utilità di una consultazione del genere. Al centro del contendere non tanto lo scopo, vale a dire ottenere un consenso popolare sulla proposta di attivazione dell’articolo 116 che consente alle Regioni virtuose di trattare con il Governo un maggiore margine d’azione sulla gestione delle proprie risorse, quanto il prezzo di queste due consultazioni che ha raggiunto ormai vette di tutto rispetto. Il costo d’altronde è alto: 64 milioni di euro in totale, di cui 50 spesi dal Pirellone, 14 da Palazzo Balbi.
Cifre troppo elevate se si tiene conto che l’Emilia Romagna ha intrapreso lo stesso percorso verso l’autonomia, attivando a sua volta l’articolo 116 della Costituzione a costo zero. Il motivo di tale differenza è presto detto: il Governatore Bonaccini ha deciso di andare avanti senza passare per il referendum. Il risultato potrebbe dunque essere lo stesso, il conto no.
Ma come mai il prezzo di queste consultazioni è stato così alto? Vediamo una per una le varie voci di spesa.
Referendum sull’autonomia: quanto ha speso la Lombardia?
A fare la parte del leone in tema di “spese pazze” è stata la Lombardia che ha totalizzato circa 50 milioni di euro di costi.
A far lievitare il conto ha contribuito la decisione di realizzare un “referendum digitale”, facendo votare i cittadini non attraverso le tradizionali spese cartacee, ma sui tablet.
Per i dispositivi elettronici sono infatti stati spesi 11 milioni di euro iva compresa, cui si aggiungono 4,4 milioni per il software e altrettanti per il servizio d’assistenza. Per il referendum infatti il Pirellone ha previsto la presenza di 7mila “digital assistant” da impiegare nelle varie province lombarde allo scopo di assistere presidenti di seggio e scrutatori.
Per quanto riguarda le altre voci: 600mila euro è il prezzo pagato per manifesti e spot, 1,7 milioni di euro per la comunicazione, mentre il bilancio previsionale prevede l’accantonamento di ben 24,6 milioni di euro per il referendum consultivo. Senza contare che giovedì scorso il Viminale ha presentato a entrambe le Regioni il conto per la sicurezza che per la Lombardia ammonta a 3,5 milioni di euro.
Referendum sull’autonomia: quanto ha speso il Veneto?
Più morigerato il Governatore del Veneto Luca Zaia che ha impiegato 14 milioni di euro, cifra che comprende anche l’acquisto di 4,5 milioni di schede e ricevute, oltre 62mila manifesti, 10.500 mila verbali ecc.
Alla cifra si aggiungono i 2 milioni di euro richiesti dal ministero dell’Interno per rimborsare le spese dello Stato Centrale per gli straordinari delle forze dell’ordine chiamate a vigilare sui seggi che però Zaia ha affermato di non voler pagare.