Attualmente la Camera dei deputati e il Senato svolgono le stesse funzioni: esprimono e possono togliere la fiducia ai governi e devono entrambi approvare ogni legge dello Stato.
In tutti gli altri sistemi parlamentari il compito di esprimere la fiducia è affidato a una sola camera. L’attuale sistema italiano complica e indebolisce l’azione di chi deve governare, perché le maggioranze nei due rami del Parlamento possono essere diverse (ad esempio, oggi gli elettori da 18 a 25 anni non partecipano all’elezione dei senatori). Inoltre, la necessità del doppio passaggio alla Camera e al Senato rallenta il processo legislativo. Per ovviare a questa lentezza si è fatto un ricorso improprio ai decreti legge.
La riforma costituzionale prevede il passaggio a un sistema parlamentare basato sul bicameralismo differenziato. La funzione di esprimere la fiducia al governo viene riservata alla Camera dei deputati. Il Senato assume la funzione di rappresentare le istituzioni territoriali e assicurarne il raccordo con lo Stato. Il Senato avrà anche il nuovo compito di valutare le politiche pubbliche e le attività delle pubbliche amministrazioni. Il passaggio al bicameralismo differenziato si riflette sul processo legislativo: solo per alcuni tipi di leggi resta l’approvazione di entrambi i rami del Parlamento. Gran parte delle leggi saranno approvate dalla Camera, con la possibilità per il Senato di proporre modifiche entro 10 giorni se lo richiede un terzo dei senatori.