Il referendum costituzionale non sarà rinviato: si terrà, come previsto, il 4 dicembre. La certezza è arrivata oggi, dopo che il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso contro il quesito presentato lo scorso 27 ottobre dal costituzionalista Valerio Onida. Bocciato anche l’analogo ricorso depositato il 20 ottobre da un gruppo di legali composto da Aldo Bozzi, Claudio e Ilaria Tani con il supporto di Felice Carlo Besostri (gli stessi che spinsero la Consulta a dichiarare incostituzionale Porcellum).
Secondo i ricorrenti, la legge istitutiva del referendum viola la Costituzione perché comprende temi non omogenei tra loro. Il quesito chiede infatti di esprimersi su cinque punti: il superamento del bicameralismo paritario, riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi della politica, l’abolizione del Cnel e la revisione del titolo V della Costituzione.
Il giudice civile ha deciso però di non inviare gli atti del ricorso alla Corte Costituzionale, perciò il referendum non subirà rinvii. “Il diritto di voto non pare leso dalla presenza di un quesito esteso e comprensivo di un’ampia varietà di contenuti – si legge nel provvedimento di 22 pagine con cui sono stati respinti i ricorsi -. È a stessa Costituzione a connotare l’oggetto del referendum costituzionale come unitario e non scomponibile”.
Secondo il giudice, dunque, “è del tutto evidente che competerà a ogni singolo elettorale formulare una valutazione complessiva di tutte le ragioni a favore e di quelle contrarie di tutte le parti di cui è composta la riforma, insieme considerate, esprimendo infine un voto sulla base della prevalenza del giudizio favorevole o sfavorevole formulato in ordine a talune sue parti, ovvero, secondo ogni altra valutazione”.