Far cadere il governo o rinnegare la propria storia e implodere. Questi i due pericoli fra cui il Movimento 5 Stelle è chiamato a destreggiarsi. Oggi, lunedì 18 febbraio, fra le 10 e le 19, i militanti iscritti alla piattaforma Rousseau sono chiamati a votare sull’autorizzazione a procedere contro il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona dai magistrati per aver lasciato in mare 177 migranti sulla nave Diciotti.
Non esiste un esito rassicurante per i pentastellati. Se il destino del leader leghista sarà affidato ai giudici, la storia della maggioranza gialloverde potrebbe interrompersi. D’altra parte, in caso contrario il Movimento andrebbe contro la propria storia, concedendo a Salvini uno dei privilegi che da sempre i grillini considerano illegittimi. Questo vorrebbe dire probabilmente perdere altri voti e accelerare il calo dei consensi registrato dai sondaggi negli ultimi mesi.
I grillini provano a cavarsi d’impaccio scrivendo sul blog delle Stelle che “non è il solito voto sull’immunità. Di quei casi si occupa l’art. 68 della Costituzione, e su quelli il M5S è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Questo è un caso diverso: stiamo parlando dell’art. 96 della Costituzione. È un caso senza precedenti perché mai in passato la magistratura ha chiesto al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell’esercizio delle sue funzioni”.
Il quesito della consultazione online recita: “Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari Paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato? – Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere – No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere”.
La formulazione ha suscitato l’ironia di Beppe Grillo, che ha twittato:
Dal movimento fanno notare che il quesito è lo stesso che si ritroveranno davanti i senatori.
Sempre oggi è previsto un altro momento clou: l’assemblea dei parlamentari M5S con il capo politico per discutere la nuova organizzazione dei 5 Stelle, con la nascita di una sorta di direttorio allargato che alleggerisca i compiti del leader e la possibile apertura a liste civiche sul territorio.