Condividi

Referendum, il verdetto di S&P e Goldman

S&P fa sapere che la vittoria del NO non mette a rischio il rating italiano – Goldman Sachs ritiene che l’impatto sui BTp sarà contenuto, ma, come Credit Suisse, mette in guardia sul destino delle banche che hanno in programma aumenti di capitale.

Referendum, il verdetto di S&P e Goldman

Quali saranno le conseguenze finanziarie della vittoria del NO al referendum costituzionale italiano? Ecco una sintesi dei report pubblicati oggi da Standard and Poor’s, Goldman Sachs e Credit Swiss.

S&P: NESSUN IMPATTO SUL RATING DELL’ITALIA

Standard and Poor’s fa sapere che il risultato del referendum costituzionale italiano “per ora non avrà impatto sul rating dell’Italia”. L’agenzia di rating sostiene che la riforma costituzionale “avrebbe avuto effetti benefici” dal punto di vista della stabilità politica, ma sottolinea anche che la vittoria del NO “non ha immediate implicazioni per le politiche economiche del paese”. S&P sottolinea infatti che il sistema del bicameralismo “non ha impedito il premier Matteo Renzi di varare numerose riforme strutturali nonostante una risicata maggioranza parlamentare e una dura opposizione, anche dentro la coalizione di governo”.

GOLDMAN SACHS: IMPATTO CONTENUTO SUI BTP, MA OCCHIO ALLE BANCHE

“Secondo il nostro scenario di base, in Italia arriverà un governo sostenuto a grandi linee dalla stessa maggioranza attuale, che rimarrà in carica fino alla fine della legislatura, nel 2018 – sostiene Francesco Garzarelli, analista di Goldman Sachs – Le possibilità che si vada ad elezioni anticipate sono salite da una su cinque a una su quattro. Crediamo che l’impatto sui BTp sarà contenuto (lo spread potrebbe toccare i 190 punti base). Riteniamo che il risultato del voto riduca le possibilità che le banche italiane in sofferenza riescano a trovare una soluzione di mercato ai loro problemi. Allo stesso tempo, aumentano le possibilità di un intervento pilotato dal Governo”.

CREDIT SWISS: LIMITATI RISCHI DI CONTAGIO FINANZIARIO

Anche secondo gli analisti di Credit Swiss, la vittoria del NO, “è negativa per il capitale delle banche italiane, ma i rischi di contagio dovrebbero essere limitati”, soprattutto per la ridotta esposizione delle banche europee all’Italia. Piuttosto, i rischi più seri sono altri due: “1) il pericolo di un contagio politico che vada a rafforzare anche altrove le forze anti-establishment (nel 2017 ci sono le elezioni presidenziali francesi); 2) se gli sforzi di ricapitalizzazione delle banche italiane fallissero, si aprirebbe la prospettiva del bail-in”.

Commenta