La riforma costituzionale prevede, in concomitanza con l’attribuzione al Senato del ruolo di rappresentanza di Regioni e Comuni, una riduzione del numero dei senatori: da 315 a 95 componenti eletti.
I novantacinque senatori saranno nominati dai consigli regionali, che a loro volta sono eletti dai cittadini. Ogni consiglio regionale dovrà eleggere un senatore tra i sindaci dei comuni del territorio della Regione. Lo stesso vale per le due province autonome di Trento e Bolzano: vi saranno quindi 21 senatori-sindaci. Gli altri 74 senatori saranno eletti dai consigli regionali e delle province autonome tra i propri componenti, con metodo proporzionale.
Il Senato diventa così un’assemblea più snella, composta di soggetti che affiancano al loro ruolo di rappresentanti eletti dai cittadini nelle istituzioni territorali il compito di assicurare, nel Senato, un migliore coordinamento tra lo Stato e le istanze delle Regioni e dei Comuni.
Il Presidente della Repubblica potrà, come oggi, nominare cinque senatori per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Questi senatori, tuttavia, dureranno in carica 7 anni, non a vita come previsto dall’attuale Costituzione.
Allegati: La Guida Semplice alla riforma costituzionale di Assonime