I 200 milioni di euro del Reddito Energetico Nazionale si mettono in cammino. Era ora che i fondi andassero a coprire il deficit di consumi elettrici o i debiti per chi è in difficoltà. Diciamo subito che l’80% delle risorse sono destinate alle Regioni del Sud dove il fenomeno della povertà energetica si è accentuato soprattutto dopo gli anni della pandemia. Sono ormai milioni i cittadini che non riescono a pagare regolarmente le bollette. A loro il governo concede la possibilità di utilizzare anche le energie rinnovabili. Possono farlo fino a tutto il 2025 per impianti fotovoltaici.
Secondo il programma entro l’anno prossimo si possono installare almeno 31mila impianti fotovoltaici di piccola taglia. Come funziona l’incentivo? È un finanziamento in conto capitale per avere un impianto di uso domestico. Le domande si possono fare sul sito del GSE dal 5 luglio. I requisiti di reddito riguardano famiglie con ISEE inferiore a 15mila euro o a 30mila per i nuclei con almeno quattro figli a carico. L’installazione deve essere curata da una ditta registrata che lavora sul territorio del richiedente.
Trasparenza e attenzione ai più deboli
È disponibile un elenco per Regione e Provincia chiamato, appunto, “Registro dei Realizzatori”. È una forma di tutela per lo Stato che concede i contributi e che può verificare il corretto utilizzo dei soldi. Aggiungiamo anche che i beneficiari devono avere intestato un contratto di fornitura di energia elettrica e l’impianto deve essere di nuova costruzione.
Il Sud porta la bandiera di un distacco sociale ed economico anche nel mercato elettrico. Calabria, Puglia, Molise fanno da contrappeso ai consumi di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Il tema è di estrema attualità e gli incentivi servono a non escludere una fetta della popolazione dalla transizione energetica. Ricordiamo che il Forum sulle disuguaglianze e diversità di Fabrizio Barca un anno fa aveva messo in guardia il governo dal rischio di esclusione di intere fasce di popolazione e proposto tra le altre cose, una stabilizzazione di certi meccanismi per la “pianificazione degli investimenti di operatori di mercato e utenti finali” con incentivi a scalare nel tempo. In un certo senso ora si chiude il sistema dei bonus e si apre a uno spaccato sociale che andava incluso molto prima. Le classi medio-basse, incapienti, precarie, a basso reddito, senza casa di
proprietà, sono state penalizzate da quel sistema di cui, purtroppo, la sinistra al governo con Giuseppe Conte non si è accorta. I conti si fanno alla fine, dice il proverbio.
View Comments (1)
non occorre che l'edificio sia di nuova costruzione
"titolarità di un valido diritto reale (proprietà, superficie, enfiteusi, usufrutto, uso, abitazione) su coperture e/o superfici di edifici, unità immobiliari e/o relative pertinenze, ovvero su aree e spazi pertinenziali ove andrà realizzato l'impianto fotovoltaico per cui si richiede l'accesso all'agevolazione;"