Reddito di emergenza: l’Inps fa sapere in una nota che per fare domanda c’è tempo fino al 31 luglio. La scadenza iniziale del 30 giugno, fissata con il decreto Rilancio, è stata infatti prorogata di un mese dall’articolo 2 del decreto legge numero 52, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 giugno.
A inizio giugno, l’Inps aveva chiarito che per fare domanda di reddito di emergenza (da 400 a 800 euro per le famiglie in difficoltà che non ricevono altri sussidi) è necessario presentare una Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) valida. Si tratta del documento che contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali dei nuclei familiari, in base ai quali viene calcolato l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee).
La precisazione dell’Istituto di previdenza si era resa necessaria perché nelle prime settimane di applicazione della misura migliaia di italiani avevano inviato la richiesta di sussidio senza la Dsu e per questo – anche se rispettavano i requisiti per ottenere il reddito di emergenza – si sono visti respingere la domanda.
Questa complicazione burocratica è una delle ragioni del flop iniziale della misura. A 20 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Rilancio, l’Inps aveva ricevuto 244.355 domande, di cui circa 39mila sono state immediatamente respinte. Un vero insuccesso, visto che il Governo – nella relazione tecnica al decreto Rilancio – aveva previsto una platea di 694mila nuclei familiari, mentre l’Ufficio parlamentare di Bilancio si era spinto ancora oltre, spingendo l’asticella fino a quota 851mila.
La proroga della scadenza è chiaramente un tentativo di ridurre la distanza fra destinatari potenziali e reali del reddito di emergenza, che altrimenti si rivelerebbe fallimentare come strumento di protezione sociale.
Allo stesso scopo, il 12 giugno l’Inps aveva diffuso un’altra nota per precisa che è possibile presentare la domanda per il Reddito di emergenza anche tramite i servizi offerti dai centri di assistenza fiscale (Caf).
In alternativa, è possibile rivolgersi ai patronati, oppure fare da soli attraverso il sito dell’Inps, a cui è possibile accedere con una delle seguenti credenziali:
- Pin dispositivo Inps
- Credenziali Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di livello 2:
- Cns (Carta Nazionale dei Servizi);
- Cie (Carta di Identità Elettronica).