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Reddito di cittadinanza: quanto costa e come funziona

Come funzionerebbe la nuova forma di sostegno al reddito proposta dal Movimento 5 Stelle? Ma, soprattutto, quanto costerebbe allo Stato? Sulle cifre non c’è accordo: i grillini parlano di 15 miliardi, ma secondo un economista della Bocconi il conto finale arriverebbe quasi al doppio.

Ancora non c’è, ma tutti ne parlano da mesi. Il reddito di cittadinanza è la misura di punta del programma targato Movimento 5 Stelle, certamente quella di maggior successo sul piano elettorale. Ma che cos’è, di preciso? E quanti soldi costerebbe? I contorni della proposta non sono ancora quelli definitivi, per cui non è possibile entrare nei dettagli. In termini generali, si tratta di una forma di sostegno al reddito, cioè una somma che lo Stato versa a chi ha difficoltà economiche. Vediamo meglio quali sono le sue caratteristiche principali.

1) A CHI SPETTA

Al contrario di quanto già accade con il reddito d’inclusione (Rei), nei progetti dei grillini il nuovo trasferimento non sarebbe destinato solo alle persone in condizioni di povertà assoluta, ma anche a quelle che vivono in povertà relativa. La platea dei potenziali beneficiari si allargherebbe così da 4,7 a 9,5 milioni di persone.

2) A QUANTO AMMONTA

Anche l’importo mensile dell’assegno sarebbe destinato ad aumentare notevolmente. Mentre il Rei va da 177 euro per i single a circa 300 euro per le famiglie numerose (dai cinque componenti in su), il reddito di cittadinanza viaggerebbe fra i 780 euro netti per le persone sole (pari a 9.360 euro l’anno, il minimo per sopravvivere secondo l’Istat) e i 3mila euro per i nuclei con almeno sette persone. Per le famiglie con due figli l’assegno sarebbe di 1.950 euro.

3) QUALI OBBLIGHI COMPORTA

Stando al disegno di legge numero 1148 – testo depositato in Senato il 29 ottobre 2013 – per avere diritto all’assegno bisognerebbe rispettare una serie di obblighi: seguire un percorso di formazione, iscriversi ai Centri per l’impiego, sostenere colloqui, essere disponibili a svolgere 8 ore a settimana di servizio alla comunità locale. E soprattutto non essere schizzinosi, perché alla terza offerta di lavoro rifiutata si perde l’assegno.

4) QUANTO COSTA ALLO STATO

I costi sono la vera incognita del reddito di cittadinanza. Secondo i calcoli del M5S, sempre risalenti al 2013, la misura costerebbe alle casse pubbliche 15,5 miliardi (a cui, sostiene Luigi Di Maio, ne andrebbero aggiunti altri due per riformare i centri per l’impiego). Roberto Perotti, professore ordinario di economia politica all’Università Bocconi di Milano e già consigliere del governo Renzi per la spending review, ritiene invece che il conto finale sarebbe all’incirca il doppio: 29 miliardi di euro.

Due anni fa, ospite del Festival dell’Economia a Trento, governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, disse che “un reddito minimo universale di 500 euro a cittadino per 12 mesi vale il 20 per cento del Pil: non è possibile da pensare, quindi non è la risposta dal punto di vista finanziario”.

5) LE COPERTURE DAI TAGLI

Il progetto del Movimento 5 Stelle prevede di reperire le coperture intervenendo su 25 voci di spesa. In particolare, i grillini calcolano di poter risparmiare circa 5 miliardi lavorando sugli acquisti Consip. Altri 2,5 miliardi arriverebbero da tagli alle spese militari, cui si sommerebbero 900 milioni frutto della riduzione della percentuale di deducibilità degli interessi passivi per banche ed assicurazioni, 800 milioni dall’eliminazione delle auto blu delle aziende ospedaliere e 700 milioni dalla scure sulle pensioni d’oro.

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