Reddito di cittadinanza alle imprese e non alle famiglie. Questa la proposta della Lega che potrebbe rivoluzionare la misura promessa in campagna elettorale dal Movimento 5 Stelle allo scopo di mutare il “carattere assistenzialistico” che il provvedimento parrebbe avere nei confronti del Sud.
Luigi Di Maio però cerca di resistere, annunciando di aver “già dato mandato di stampare le prime cinque o sei milioni di tessere elettroniche”. Il vicepremier sa che su questa misura si sta giocando il tutto per tutto e vuole evitare di tradire in toto le promesse fatte in campagna elettorale, soprattutto in vista del prossime elezioni europee, considerate il primo, vero, spartiacque, che misurerà la tenuta del Governo.
Il reddito di cittadinanza è uno strumento ancora in divenire. Non ci sono certe sulla data di entrata in vigore, anche se la volontà del M5S è quello di farlo debuttare (per ovvie ragioni) prima delle elezioni europee. Di giorno in giorno però emergono importanti novità che da un lato chiariscono, dall’altro fanno sorgere ulteriori dubbi sul tanto atteso provvedimento.
REDDITO DI CITTADINANZA ALLE IMPRESE
L’ultima novità in ordine di tempo riguarda il coinvolgimento diretto delle imprese. La proposta, che arriva dalla Lega, è quella di spostare completamente il baricentro della misura, dando il reddito di cittadinanza alle imprese e non più alle famiglie, come previsto attualmente.
Funzionerebbe più o meno così: il reddito di cittadinanza andrebbe alle aziende che a loro volta lo “girerebbero” al disoccupato che si occupano di formare e riqualificare. “Sostanzialmente – spiega il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri – l’impresa agirà da “sostituto d’imposta”, versando l’equivalente all’interessato”. Il lavoratore, tra l’altro, alla fine del periodo previsto avrà la possibilità di essere assunto dalla stessa azienda che lo ha formato oppure provare a cercare nuove opportunità consone alle nuove competenze acquisite.
Lo scopo di questa proposta è chiaro come il sole: dopo le intemperanze delle imprese del Nord, la Lega vuole evitare che il suo bacino elettorale di riferimento interpreti questa misura come un provvedimento volto ad avvantaggiare prevalentemente il Sud Italia. Dati alla mano infatti, le prime 34 province in cui risiedono i potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza sono tutte al Sud. A beneficiarne, secondo uno studio effettuato da Svimez, sarebbe in particolar modo la Campania, dove potrebbe arrivare addirittura il 30% dell’importo totale (7 miliardi) stanziato dal Governo.
“Dobbiamo coinvolgere di più il mondo produttivo ed evitare che il sussidio si possa tramutare in una misura assistenziale”, dice apertamente Siri.
Questa proposta, secondo la Lega, avrebbe anche un altro vantaggio, evitare di far gestire tutto ai centri dell’impiego, che al momento non sembrano essere in grado di sostenere adeguatamente l’impegno previsto (dovrebbero essere loro a occuparsi delle 3 offerte di lavoro per il disoccupato).
REDDITO DI CITTADINANZA: LE NUOVE PROMESSE DI DI MAIO
Il vicepremier però, al momento, sembra fare orecchie da mercante, e tira dritto per la sua strada. Ospita a Piazza Pulita, Di Maio promette che a breve “avrete tutti i parametri”, sottolineando di aver già dato mandato di stampare le tessere elettroniche tramite le quali dovrebbe essere erogato il beneficio.
Il leader del M5S annuncia inoltre alcune novità sulle regole: per quanto riguarda la distanza massima per le offerte di lavoro che saranno proposte ai disoccupati, Di Maio specifica che non ci sarà un criterio “chilometrico”, ma una suddivisione in “macroaree”.
REDDITO DI CITTADINANZA: LE ULTIME NOVITÀ
Altre novità importanti sono state annunciate dall’economista Pasquale Tridico: la durata massima del reddito di cittadinanza sarà pari a tre anni. Dopo 18 mesi però si provvederà a controllare se chi lo riceve ha ancora i titoli per farlo o se, cambiate le condizioni di vita e di lavoro, si dovrà sospendere l’erogazione.
Sembra inoltre stato confermato che il reddito sarà destinato alle famiglie con un Isee inferiore a 9.360 euro, anche se l’importo potrebbe salire in base al numero di componenti del nucleo familiare.
L’importo totale – 780 euro – sarà appannaggio delle famiglie che hanno presentato un Isee pari a zero, mentre per il resto si procederà per “progressione”: l’ ammontare del beneficio si ridurrà progressivamente in base al reddito dichiarato. Con un Isee pari a 200 euro al mese si riceveranno 580 euro, con un Isee di 300 euro 480 e via dicendo.
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Per quanto riguarda la casa: l’assegno sarà pieno per chi è in affitto, ridotto per chi è proprietario.
Confermato da Di Maio che i beneficiari dovranno fare lavori di pubblica utilità e corsi di formazione: “Queste persone saranno impegnate per tutta la giornata”. Se il disoccupato rifiuterà tre diverse proposte di lavoro, il reddito di cittadinanza andrà incontro a decadenza.
Per quanto riguarda le aziende, ignorata per ora la proposta della Lega, il M5S prevede che alle imprese che decideranno di assumere chi beneficia del reddito di cittadinanza, siano riconosciute tre mensilità (sei per le donne).