Il governo ha trovato la quadra sulle risorse per quota 100 e reddito di cittadinanza. Lo ha fatto sapere Palazzo Chigi, precisando che il consiglio dei ministri poteva dare il via libera al decretone che conterrà le due misure bandiera di Lega e Movimento 5 Stelle. E così è avvenuto, ma stavolta senza fste e schiamazzi dal balcone. E una ragione c’è: le perplessità sui co nti e sulle coperture da parte della Ragioneria ge nerale dello Stato che ha si avallato il decretone ma si riserva di controllare – ogni due mesi – l’andamento della spesa.
La notizia è stata diffusa al termine di un vertice di governo durato circa un’ora. “Tutto risolto, tutto bene, il testo è pronto”, ha confermato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, lasciando Palazzo Chigi, ma senza dare alcun ragguaglio sul testo che sarà esaminato nel pomeriggio. Alla riunione erano presenti – oltre al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio –anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, i sottosegretari Laura Castelli e Massimo Garavaglia e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro.
Fra i punti più controversi su cui l’Esecutivo è riuscito a trovare una soluzione c’è la questione del Tfr (o del Tfs) agli statali, che con quota 100 rischierebbero di aspettare fino a sette anni dal pensionamento prima d’incassare la liquidazione. Per scongiurare questo pericolo è stato istituito un sistema di prestiti bancari. L’onere sarà a carico dello Stato fino a 50mila euro.
Fra le altre misure, il provvedimento conterrà anche un fondo volo per Alitalia. Tra i possibili argomenti, anche il prossimo commissario Inps e la presidenza Consob.