Il 2019 è arrivato, ma il reddito di cittadinanza rimane avvolto da una nube di incertezza che non accenna a diradarsi. Più o meno funziona così: nel momento stesso in cui circola una bozza di decreto, contenente paletti e norme, puntuali arrivano anche le smentite del Governo sul questa o quella regola. Passi indietro che gettano nel caos quella che è, insieme a quota 100, la misura più attesa dell’anno.
Una cosa sembra però confermata: i possibili beneficiari potranno cominciare a inviare le domande a partire da marzo. Appare dunque utile cercare di fare il punto sulle ultime novità relative al reddito di cittadinanza.
REDDITO DI CITTADINANZA: IL CAOS SUGLI STRANIERI
L’ultima bozza del decreto sul reddito di cittadinanza prevede che possano accedere al beneficio i cittadini stranieri residenti in Italia da almeno 5 anni. Il parametro però è stato immediatamente rimesso in discussione dal vicepremier Luigi Di Maio, che ha già annunciato l’arrivo di una modifica anche per placare le intemperanze dei leghisti che invece vorrebbero concedere il reddito di cittadinanza solo agli italiani.
5 anni di residenza sono troppo pochi, la soglia verrà innalzata a 10. Un paletto che consentirà di ridurre ancor di più la platea dei beneficiari (limando conseguentemente la spesa) e di provare a rientrare nei 7,1 miliardi concordati con l’Unione Europea (erano 9,1 nella prima versione della Manovra inviata a Bruxelles). Il dubbio relativo al nuovo limite riguarda però i possibili ricorsi alla Consulta e alla Corte europea di giustizia. Bisogna tenere in considerazione che, nel recente passato, proprio sulla percezione dei sussidi statali, sia la Corte Ue che la Corte Costituzionale hanno “punito” norme discriminatorie nei confronti degli immigrati proprio.
Da sottolineare che quello relativo alla residenza non sarà l’unico paletto previsto per gli stranieri. Oltre a questo infatti, per ricevere il reddito sarà necessaria una fedina penale intonsa.
REDDITO DI CITTADINANZA: COME E QUANDO PRESENTARE DOMANDA
Come detto, a partire da marzo sarà possibile presentare domanda per ricevere il reddito di cittadinanza. La data da segnare in rosso sul calendario sarà il 1° marzo 2019. L’erogazione effettiva del beneficio invece dovrebbe cominciare da aprile 2019.
La richiesta dovrà essere presentata presso gli uffici postali. Sarà poi l’INPS a farsi carico della valutazione dei requisiti e dell’erogazione del sussidio tramite una tessera creata ad hoc, denominata già “carta di cittadinanza”. Secondo quanto affermato pochi giorni fa dal vice ministro all’Economia, Laura Castelli, il reddito verrà erogato anche tramite app.
REDDITO DI CITTADINANZA: I DUBBI SULL’IMPORTO
Anche su questo tema, che poi per molti è il più importante, ci sono importanti novità. L’importo massimo del reddito di cittadinanza sarà di 500 euro al mese per un single con Isee pari a zero e di 1.050 euro mensili per una famiglia di 5 componenti, di cui almeno due minori. L’ammontare del contributo verrà incrementato di 280 euro nel caso in cui il single o la famiglia vivano in affitto. Totale: 780 euro per il primo, 1.320 euro per le seconde.
Confermato invece il carattere “progressivo” della misura. Riceveranno l’assegno pieno solo coloro che presenteranno un Isee uguale a zero. Tutti gli altri – entro la soglia Isee di 9.360 euro – percepiranno la differenza tra il loro reddito e quello base previsto dal reddito di cittadinanza. Facendo un esempio pratico: con un Isee pari a 200 euro al mese e una casa in affitto, un single riceverà in totale 580 euro, mentre una famiglia avrà a disposizione 1.120 euro e così via.
Tra gli altri paletti: non si potrà avere un patrimonio immobiliare superiore a 30mila euro (prima casa esclusa), mentre il patrimonio mobiliare non dovrà superare i 6mila euro.
In totale, la platea di potenziali beneficiari ammonta a 1,3 milioni di nuclei familiari. Ma naturalmente, se dovessero finire le risorse disponibili, l’assegno di restringerà.
REDDITO DI CITTADINANZA: LA DURATA
Il reddito di cittadinanza potrà essere percepito fino a un massimo di 18 mesi, rinnovabili. Ovviamente la durata dipenderà anche dall’efficienza e dalla velocità con la quale i centri per l’impiego riusciranno a trovare lavoro ai beneficiari. Ed è proprio su questo tema che si apre un punto interrogativo enorme.
La legge di Bilancio ha stanziato un miliardo (compreso nei 7,1 miliardi previsti per il reddito di cittadinanza) per riformare i centri per l’impiego e “prepararli” alla mole di lavoro in arrivo. Il tutto dovrebbe avvenire in tre mesi dato che il reddito di cittadinanza partirà da aprile. Il rischio, molto concreto, è dunque che molti beneficiari rimangano incastrati nei meandri della burocrazia, in attesa che qualcuno si faccia vivo per fare loro le tre proposte di lavoro previste o per veicolarli verso i percorsi di formazione che dovrebbero renderli occupabili.
Sono da 30 anni che vivo qua .prima ero nella Università di Urbino. Adesso vivo in Toscana.