Italia divisa in due, sia in termini di Pil pro-capite (nel Mezzogiorno è la metà che a Settentrione) sia in termini di distribuzione dei redditi. Ecco quanto emerge dalle analisi Istat sui conti economici regionali pubblicati oggi: un quarto dei redditi degli italiani è sotto i 10mila euro, mentre meno di 3 su 100 sforano i 70 mila.
Nel 2012 «oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%)» è tra 10.001 e 30.000 euro annui, il 25,8% è sotto i 10.001 e il 17,6% è tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro», si legge nel comunicato diffuso dall’istituto di statistica.
Oltre la metà dei lavoratori autonomi (55,6%) ha un reddito lordo (al netto dei contributi sociali) inferiore ai 15 mila euro. Nel dettaglio, il 40,3% è sotto i 40 mila, mentre il 15,3% si colloca tra i 10 e i 15 mila euro annui.
Il cuneo fiscale è salito a dismisura, raggiungendo il 46,7%. In altre parole, il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all’anno. Il lavoratore, sotto forma di retribuzione netta, ne percepisce poco più della metà (il 53,3%), ovvero 16.498 euro.
La ricchezza pro-capite conferma un Paese diviso in due: a Sud è la metà che a Nord. Il Mezzogiorno con un Pil pro capite di 17,2 mila euro, presenta «un differenziale negativo molto ampio», osserva l’Istat, con il resto del Paese: il suo livello è inferiore del 45,8%, quindi quasi dimezzato, rispetto a quello del Centro-Nord, rileva ancora l’Istat, diffondendo i dati per il 2013, aggiornati secondo il nuovo sistema dei conti (Sec 2010).
Il Pil per abitante nel 2013 risulta, infatti, pari a 33,5 mila euro nel Nord Ovest, a 31,4 mila euro nel Nord Est e a 29,4 mila euro nel Centro. Rispetto al 2011 si è registrata una riduzione in tutte le regioni italiane, con l’eccezione di Bolzano e della Campania.