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Recovery Fund piace alla Borsa ma il rialzo si riduce

Imagoeconomica

Dopo il brindisi della mattinata, per il trovato accordo sul Recovery Fund, i listini europei ridimensionano i guadagni nel pomeriggio e chiudono positivi, ma lontani dai massimi di seduta. I mercati avevano già scommesso su questo compromesso nei giorni scorsi e così, dopo l’euforia iniziale, ha prevalso la prudenza, mentre i contagi nel mondo stanno per toccare quota 15 milioni e Wall Street viaggia contrastata con il Dow Jones in netto progresso e il Nasdaq in calo. L’unico bene su cui non tramonta più il sole è l’oro, che anche oggi si apprezza oltre i 1842 dollari l’oncia. 

In Europa Francoforte guida le danze con un rialzo dello 0,92%; Parigi +0,22%; Madrid +0,23%; Londra +0,11%. Piazza Affari sale dello 0,49% a 20.723 punti, dopo essersi spinta oltre la boa dei 21mila punti nella prima parte della seduta. A perdere smalto nel corso degli scambi sono state soprattutto le banche, anche se le due big, Unicredit (+1,43%) e Intesa (+1,64%), restano fra i titoli migliori del listino.

Il settore è in fibrillazione da venerdì, da quando Intesa ha alzato la sua posta nell’Offerta su Ubi (+0,19%), perché l’aggregazione potrebbe mettere in moto un effetto domino nel settore, con Unicredit, Banco Bpm (+0,44%), Mps (+0,11%) e Bper (+3,46%) al centro dei giochi e dell’attenzione. Oggi il cda di Ubi è rimasto ancora piuttosto freddo sull’offerta di Carlo Messina e si è limitato, scrive MF, “a prendere atto di quanto comunicato da Intesa il 17 luglio, ovvero il rilancio in merito all’ops. Preferisce attendere la pubblicazione del supplemento al prospetto informativo prima di riunirsi di nuovo. Intanto chiarisce che Ca’ de Sass non può imporre la cessione degli sportelli chiesta dall’Antitrust”.

Blue chip migliore del Ftse Mib è Pirelli, +3,74%. Si apprezza Moncler +2,43%. Mentre i titoli petroliferi seguono i corsi dell’oro nero: Tenaris +2,39% ed Eni +1,69%. Il petrolio è in netto rialzo, con il Future Brent, settembre 2020, in progresso del 3% a 44,5 dollari al barile.

Le vendite colpiscono Telecom, -2,49%. Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento con cui il marzo scorso l’autorità antitrust ha inflitto a Tim una multa di 116 milioni di euro per ostacolo alla concorrenza nel mercato della banda ultralarga. Male Leonardo -2,29%, Buzzi -1,54%, Diasorin -1,44%.

Moderatamente positiva Atlantia +0,31%, nel giorno dell’assemblea annuale della controllante Edizione, la holding della famiglia Benetton. Cdp dovrà sottoscrivere un aumento di capitale di Autostrade che secondo alcune indiscrezioni sarebbe vicino ai 4 miliardi per avere il 33% di Aspi. Equita scrive che “se questi numeri fossero confermati la valutazione pre-money di Aspi sarebbe di circa 6,1-8,1 miliardi, cioè una valore implicito di Atlantia di 15,5-18 euro per azione”.

Stabile l’obbligazionario, che consolida i guadagni di ieri: lo spread è a 154 punti base (+0,71%), con il tasso del decennale italiano a 1,08%. L’euro si mantiene tonico contro il dollaro, con il cambio sempre più vicino a 1,15. 

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