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Recovery, Draghi: “Nel Piano 248 miliardi per cambiare l’Italia”

Il premier alla Camera. “Non si tratta solo di numeri, sono in gioco il destino e la credibilità del Paese. Per il suo successo serve uno sforzo corale. No a ritardi e visioni miopi”. I pilastri: ridurre i divari, promuovere donne e giovani. Oltre agli investimenti, essenziali le riforme – VIDEO

Recovery, Draghi: “Nel Piano 248 miliardi per cambiare l’Italia”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, usa parole chiare nel presentare alla Camera il Piano di Ripresa e Resilienza che sarà inviato a Bruxelles entro venerdì 30 aprile. Non si tratta solo di cifre e numeri, ma da questo piano dipenderanno “il destino del Paese, la sua credibilità e reputazione all’interno del panorama internazionale”. “Metteteci dentro le vite degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria territori, l’ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato”, ha detto il Premier aprendo il suo discorso. “È questione non solo di reddito e benessere, ma di valori civili e sentimenti che nessun numero e nessuna tabella potrà mai rappresentare” ha continuato, sottolineando che “Ritardi e inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite e forse non ci sarà la possibilità di rimediare”. Draghi però non ha dubbi: “Sono certo che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti”.

Il Piano di Ripresa e Resilienza, approvato dalla Camera con 442 voti a favore, 19 contrari e 51 astenuti, va in due direzioni, distinte ma parallele: da un lato gli investimenti, dall’altro le riforme. E dunque 70 miliardi per la transizione energetica, 18 per il superbonus, 31 per le infrastrutture, 32 miliardi per istruzione e ricerca, 22 miliardi per il lavoro, 18,5 per la sanità. Fondamentale è però “l’accento sulle riforme”. Riformare la giustizia, il fisco, la pubblica amministrazione e la concorrenza non solo consentirà “dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti” – ha spiegato il Presidente del Consiglio -, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti, soprattutto per i giovani e le donne. Le riforme e gli investimenti sono – ha aggiunto – corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzate in sei Missioni”.

GLI OBIETTIVI DEL PIANO

“Il Recovery ha 3 obiettivi. Il primo, con un orizzonte ravvicinato, è riparare i danni della pandemia, che ci ha colpito più dei nostri vicini europei”, ha spiegato il Premier, elencando le conseguenze catastrofiche che la pandemia sta avendo nel nostro Paese: “Abbiamo raggiunto il numero di quasi 120.000 morti per il Covid-19, a cui si aggiungono i tanti mai registrati. Nel 2020 Il Pil è caduto dell’8,9 per cento, l’occupazione è scesa del 2,8 per cento, ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11 per cento, il che dà la misura della gravità della crisi”. Draghi ha poi parlato dei giovani e delle donne “che hanno sofferto un calo di occupazione molto superiore alla media”.

Il secondo obiettivo del piano, con una prospettiva più di medio-lungo termine, è quello di affrontare “alcune debolezze che affliggono la nostra economia e la nostra società da decenni: i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività e il basso investimento in capitale umano e fisico – osserva Draghi -. Infine, le risorse del Piano contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica”. 

LE STIME

Dall’attuazione del piano dipenderà il futuro del Paese ha ribadito Draghi. Secondo le stime del Governo, il piano “ha effetti significativi sulle principali variabili economiche: nel 2026 il Pil sarà di circa 3,6 punti percentuali superiore rispetto a uno scenario di riferimento che non tiene conto dell’attuazione del Piano. Ne beneficia anche l’occupazione che sarà più elevata, di 3,2 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio 2024-2026″, ha precisato il premier.

I NUMERI DEL PIANO

Ammontano a 248 miliardi le risorse complessive che il Governo metterà a disposizione per la ripartenza e le riforme. “Le risorse fornite attraverso il Dispositivo di ripresa e resilienza della UE sono pari a 191,5 miliardi a cui si aggiungono quelli del programma React Eu per ulteriori 13 miliardi”. “Il governo ha poi deciso di stanziare ulteriori 30,6 miliardi per il finanziamento di un Piano nazionale complementare da affiancare al dispositivo europeo – ha spiegato Draghi – Questo piano complementare finanzia progetti coerenti con le strategie del Pnrr, che tuttavia eccedevano il tetto di risorse ottenibili dal dispositivo europeo. Il Pnrr e il Piano complementare sono stati disegnati in modo integrato: anche i progetti del secondo avranno gli stessi strumenti attuativi”.

Alle risorse del Pnrr e del piano complementare si aggiungeranno infine ulteriori 26 miliardi per la realizzazione di opere specifiche, tra cui “la linea ferroviaria ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria – che diventerà una vera alta velocità – e l’attraversamento di Vicenza relativo alla linea ad Alta Velocità Milano-Venezia. È previsto inoltre il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell’ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi”, ha detto Draghi, passando poi alle 6 missioni che il Governo promette di realizzare. “I progetti di ciascuna missione” del Pnrr “mirano ad affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese, che costituiscono obiettivi orizzontali dell’intero Piano. Si tratta di colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali“, ha premesso il premier.

DIGITALIZZAZIONE

“La prima Missione riguarda i temi della digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Nel complesso, le risorse destinate a questa Missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziati con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano. L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese”, ha dichiarato il Premier.

TRANSIZIONE ECOLOGICA

“La seconda Missione, denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, si occupa dei grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento. Essa è particolarmente importante per l’Italia, che è maggiormente esposta a rischi climatici rispetto ad altri Paesi – ha detto Mario Draghi in Aula alla Camera – La missione migliora la sostenibilità del sistema economico e assicura una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero. La dotazione complessiva di questa missione è la più cospicua tra le 6 proposte: quasi 70 miliardi, di cui 60 finanziati con il Dispositivo europeo. Vi sono inoltre investimenti a supporto della transizione ecologica anche in altre missioni”. 

SUPERBONUS

Tra i passaggi più attesi del discorso di Draghi c’è poi la conferma del Superbonus 110%, per il quale “tra Pnrr e Fondo complementare” saranno stanziati “oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c’è alcun taglio. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari. È un provvedimento importante per il settore delle costruzioni e per l’ambiente. Per il futuro, il governo si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023,tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e sicurezza degli edifici”.

SUD

Un’altra missione da portare a compimento mira a favorire “la crescita del Mezzogiorno” che rappresenta l’altro aspetto prioritario trasversale al Piano. Il potenziale del sud in termini di sviluppo, competitività e occupazione è tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese. Non è una questione di campanili: se cresce il sud, cresce anche l’Italia”. “Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento», ha evidenziato il Premier.

ISTRUZIONE E RICERCA

Stanziati 32 miliardi di euro per l’istruzione e la ricerca. I fondi serviranno a “rafforzare il sistema educativo lungo tutto il percorso di istruzione, sostenere la ricerca e favorire la sua integrazione con il sistema produttivo”. Tra i progetti da portare a termine figurano “l’ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione, a partire dal rafforzamento dell’offerta di asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia”, ma anche “lo sviluppo e il rafforzamento dell’istruzione professionalizzante e “del reclutamento e formazione degli insegnanti”. Importante sarà “il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture scolastiche, ad esempio con il cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici”.

LAVORO

“La quinta Missione è destinata alle politiche attive del lavoro e della formazione, all’inclusione sociale e alla coesione territoriale. I fondi destinati a questi obiettivi superano nel complesso i 22 miliardi. Ulteriori 7,3 miliardi di interventi beneficeranno delle risorse di React-Eu”. Draghi ha aggiunto: “Sono introdotte misure a sostegno dell’imprenditorialità femminile e un sistema di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere”.

SANITÀ

Per la “missione Sanità” sono previsti 18,5 miliardi di euro”, risorse che serviranno a “rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio e modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario, al fine di garantire un equo accesso a cure efficaci”, ha dichiarato Draghi. 

RIFORME: GIUSTIZIA E CONCORRENZA

Draghi ha infine accennato alla riforma della giustizia, centrale nel Piano di Ripresa e Resilienza. Lo scopo del Governo è quello di “ridurre l’inaccettabile arretrato presente nelle aule dei tribunali, e creare i presupposti per evitare che se ne formi di nuovo. Questo è uno degli impegni più importanti ed espliciti che abbiamo preso verso l’Unione europea» afferma. “L’obiettivo finale che ci proponiamo è ambizioso, ridurre i tempi dei processi del 40 per cento per il settore civile e almeno del 25 per cento per il penale”.

Sulla concorrenza invece, “Il Piano vuole anche impegnare governo e Parlamento a una continuativa e sistematica opera di abrogazione e modifica delle norme che frenano la concorrenza, creano rendite di posizione e incidono negativamente sul benessere dei cittadini. Questi principi sono essenziali per la buona riuscita del Piano: dobbiamo impedire che i fondi che ci accingiamo a investire finiscano soltanto ai monopolisti”, ha sottolineando Draghi, aggiungendo che “A questo fine assume un ruolo cruciale la legge annuale sulla concorrenza – prevista nell’ordinamento nazionale dal 2009, ma realizzata solo una volta nel 2017. Intendiamo varare norme volte ad agevolare l’attività d’impresa in settori strategici come le reti digitali e l’energia. Alcune di queste norme sono già individuate nel Piano, ad esempio il completamento degli obblighi di gara per i regimi concessori oppure la semplificazione delle autorizzazioni per la realizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti”, ha concluso.

(Ultimo aggiornamento: ore 15.05 del 27 aprile).

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