Passa di mano la Recordati, l’azienda farmaceutica fondata nel 1926 dalla famiglia che porta lo stesso nome: ne ha acquisito la maggioranza il fondo britannico di private equity Cvc guidato da Giampiero Mazza. Da una farmacia con laboratorio a un gruppo che capitalizza circa 7 miliardi di euro e fattura 1,28 miliardi. Una crescita alimentata anche dalle tante acquisizioni che si sono susseguite e che sono state agevolate dalla quotazione in Borsa che risale al 1984.
Gli azionisti di Fimei, la holding che detiene circa il 51,8% del gruppo, hanno raggiunto un accordo per cedere tutta la partecipazione a un consorzio di fondi di investimento controllato da Cvc Capital Partners. Come si legge in una nota, che conferma le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, Cvc pagherà circa 3 miliardi di euro, ovvero 28 euro per azione (2,3 miliardi al closing e 750 milioni in strumenti finanziari di debito subordinati di lungo termine). L’accordo è condizionato unicamente all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni antitrust. Dopo averle ottenute, al closing dell’operazione, gli investitori dovranno lanciare un’offerta pubblica di acquisto totalitaria rivolta a tutti gli azionisti di minoranza.
Tradotto dal linguaggio dei comunicati, il succo della vicenda è che un altro gioiello del Made in Italy cambia padrone per crescere e va all’estero. Anche se Andrea Recordati – che ha attualmente tutte le deleghe come Ad – resterà alla guida della società e manterrà un rapporto di investimento, la famiglia si affida a Cvc per crescere ulteriormente. Inoltre, aver fissato il prezzo per azione a 28 – al di sotto dei 34,6 euro della chiusura di Borsa di venerdì 29 giugno – indica che l’Opa sul flottante verosimilmente non sarà sottoscritta e che il titolo conserverà la quotazione.
“Sono lieto di aver incontrato un gruppo di investitori di alto profilo – ha dichiarato Andrea Recordati – per continuare a sviluppare la società negli anni a venire. Sono altresì lieto che Cvc mi abbia chiesto di rimanere nella società come Ceo, insieme all’attuale management team, riconosciuto per la sua professionalità e dedizione. Nel processo di selezione del partner migliore per far ulteriormente crescere Recordati, è stato importante trovare una parte che permettesse a la società di rimanere indipendente, con continuità per il management e gli altri dipendenti, e di accelerare la sua strategia di crescita attraverso acquisizioni. Pertanto, ho scelto di reinvestire personalmente in questa operazione, a fianco degli Investitori.” Anche gli altri familiari – Hillary, Alberto e Cristina – manterranno un rapporto con l’azienda.
L’architettura finanziaria dell’operazione prevede infatti il pagamento di 2,3 miliardi al closing previsto entro fine anno. Gli altri 750 milioni saranno pagati in strumenti di debito subordinati di lungo termine (5-7 anni), il che vuol dire che la famiglia Recordati resterà creditrice di lungo termine e coinvolta nel gruppo.
Recordati è, in ordine di tempo, l’ultimo dei gioielli del Made in Italy passati in mano estere. Il più recente – ad essere ceduto – è stato Italo Ntv, la società ferroviaria che opera nell’Alta Velocità fondata da Montezemolo e Della Valle (ceduta per 2 miliardi al Fondo Usa Gip). Nella Moda e Lusso i nomi ormai non si contano più: da Gucci a Fendi, da Bulgari a Pomellato, da Bottega Veneta a Sergio Rossi e molti altri ancora. Nell’alimentare, Parmalat, Buitoni e Perugina come anche la storica Pasticceria Cova di Milano.