Periodicamente, tornano i timori sulla tenuta dell’economia americana, se non mondiale. Sono fondati questa volta? Vale il detto bertoldiano che al bel tempo segue il brutto (e viceversa, naturalmente)? Oppure questi timori sono il riflesso di altri andamenti che inducono altre paure, per esempio delle Borse che avevano corso molto, forse troppo? Quali elementi fanno pensare che non ci sarà neanche ora una recessione USA? E quali segnali ci sono di fragilità e dove si concentrano? Perché la Germania è tornata a essere la malata d’Europa? Cosa spinge la domanda di consumi? La Cina va davvero così male? L’inflazione ora domata è il preludio a una nuova fase di deflazione? I tassi di mercato sono scesi, soprattutto in America, come scommessa sul calo dei tassi-guida, che le Banche centrali hanno iniziato a diminuire: fino a dove si spingeranno? Le tensioni geopolitiche sono il convitato di pietra: si allenteranno? Il dollaro si è indebolito: invertirà la marcia? E il mercato azionario come si comporterà?
A queste e altre domande rispondono le Lancette dell’economia di settembre 2024. La rubrica mensile di analisi della congiuntura, con un occhio attento ai mutamenti strutturali, è curata da Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi, è nata oltre un terzo di secolo fa e continua a vantare vari tentativi di imitazione. Esce su FIRSTonline. Domani l’ultima edizione. Buona lettura.