Rcs balza del 9,94% 1,693 euro per azione. Il titolo, sospeso al rialzo, corre nel giorno della riunione del patto di sindacato, che controlla il 58% circa di capitale, che farà il punto sulle azioni da mettere in campo per far fronte alle necessità economiche del gruppo. Sul tavolo anche la possibilità di un aumento di capitale da 400 milioni mentre si fa avanti l’opzione di un bond convertibile per ridurre lo sforzo dei soci. Nel frattempo l’attesa è per il lavoro del nuovo ad Pietro Scott Jovane che sta predisponendo il piano industriale. Ieri il titolo ha ceduto il 14,4% ma è reduce dal rally agostano (+206% circa in un mese) partito da quota 0,54 euro.
Chi sta comprando? Detto che la fiammata delle quotazioni è spiegabile con un flottante estremamente basso, l’ondata di acquisti sul titolo è stata attribuita all’attività dei day trader. In realtà sul titolo si stavano muovendo anche le mani forti. Fuori dal patto Diego Della Valle sta infatti già muovendo le sue pedine. Il patron della Tod’s è salito all’8,695% dal 4,9% diventando il secondo socio alle spalle di Giuseppe Rotelli (al 16%) della casa editrice che edita il Corriere della Sera. “Ho sempre pensato che quel giornale ha bisogno di un editore, non di un gruppo di editori. Il fatto che Della Valle compri vuol dire che ha il coraggio delle sue opinioni e ha i mezzi del suo coraggio. Posso solo complimentarmi, perché fa quello che dice”, ha detto ieri il consigliere di Mediobanca Tarak Ben Ammar. Ha invece smentito categoricamente di aver effettuato acquisti sul titolo Giuseppe Rotelli. A differenza di alcune indiscrezioni, ”smentiamo categoricamente che il professor Giuseppe Rotelli né direttamente né indirettamente abbia effettuato alcun acquisto di azioni ordinarie di Rcs MediaGroup dall’ultima comunicazione del mese di aprile. Come noto, si comunica altresì che essendo il professor Rotelli membro del Cda di Rcs avrebbe dovuto dichiararlo al mercato”, ha affermato nei giorni scorsi un portavoce. Così come i Benetton, terzo grande azionista esterno al patto. Secondo quanto è emrso Edizione è rimasta ferma al 5,1%.
Ma il flottante estremamente esiguo richiede che per un ulteriore cambiamento dell’assetto delle partecipazioni passi dalla vendita di quote da parte dei soci di blocco, che comunque dovranno essere offerte prima agli altri pattisti. Si guarda così al destino delle azioni in mano a Finsoe (5%), derivanti dall’operazione Fonsai. L’ad di Unipol (di cui Finsoe è azionista con il 34% circa) Carlo Cimbri per ora ha preso tempo e ha deciso di non nominare alcun rappresentante per la riunione odierna del patto in sostituzione a Massimo Pini, rappresentante per Fonsai recentemente scomparso.