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Rcs, conclusa la riunione dl Patto dopo oltre due ore di riunione. Nessuna dichiarazione

Dopo oltre due ore si è conclusa la riunione del Patto – Nessuna dichiarazione al termine da parte dei presenti – Assenti Giampiero Pesenti, Giuseppe Lucchini e Bruno Lescoeu – Giovedì l’assemblea per approvare l’aumento di capitale da 400 milioni

Dopo oltre due ore si è concluso il patto di sindacato di Rcs Mediagroup. Nessuno dei presenti ha però rilasciato dichiarazioni. Successivamente si è riunito anche il collegio sindacale, un appuntamento, ha precisato  il presidente dell’organismo Giuseppe Lombardi, già in agenda e non legato all’incontro di oggi del Patto. Incontro che precede di pochi giorni l’assemblea che il 30 maggio dovrà approvare l’aumento di capitale per almeno 400 milioni e segue le dimissioni del presidente dei soci sindacati Giampiero Pesenti.

Alla riunione erano assenti Giampiero Pesenti, Giuseppe Lucchini e Bruno Lescoeur. Si sono presentati nella sede del gruppo in via San Marco Francesco Merloni, che presiede la riunione in quanto pattista più anziano, Roberto Bertazzoni, Marco Tronchetti Provera, Renato Pagliaro, Raffaele Agrusti, Giovanni Bazoli, Enrico Cucchiani. John Elkann e Pierluigi Stefanini erano collegati telefonicamente.

In ogni caso, esaurita la nomina del successore di Pesenti, durerà fino all’ultimo la suspence sull’aumento di capitale per almeno 400 milioni di Rcs Mediagroup. L’azionista di maggioranza relativa, Giuseppe Rotelli, forte del 16,8% del capitale scioglierà le sue riserve solo mercoledì, nell’immediata vigilia dell’assemblea. Sempre mercoledì, nel pomeriggio, si terrà il Cda, che dovrà fare il punto sul debito del gruppo editoriale.  Sono in corso, infatti, contatti con le banche per spuntare  condizioni migliori per il rifinanziamento per 575 milioni di euro concordato a metà aprile. L’attesa è che da qui a mercoledì l’azienda riesca ad ottenere una limatura agli interessi sul debito, alla luce delle migliori condizioni di mercato maturate dopo il calo del tasso di sconto. E, non meno importante,  una ridefinizione dei termini per il rimborso del debito bancario per quella parte legata ai proventi della ricapitalizzazione. Tra le ragioni del no all’operazione già annunciato da parte di Edizione Holding (gruppo Benetton) e di Diego Della Valle spicca infatti la decisione di destinare metà dei 400 milioni chiesti ai soci (con una forte e penalizzante diluizione) al ripianamento dei debiti. Difficile che i soci contrari (forti rispettivamente del 6 e dell’8% circa del capitale) possano cambiare opinione. Diversa la posizione degli incerti (vedi gruppo Pesenti) e dei soci in uscita, come le Generali (senz’altro allineate al momento del voto, con Mediobanca). Ma la vera partita riguarda il gruppo Rotelli. L’eventuale no del gruppo leader degli ospedali di Lombardia metterebbe a rischio l’esito dell’assemblea perché sarà difficile, in caso di voto contrario, ottenere il quorum necessario per l’aumento.

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