Appuntamento storico oggi al Circolo della Stampa di Milano. È qui che Urbano Cairo, piemontese, presidente del Torino calcio, si presenterà ai media come editore del Corriere della Sera, il primo dopo trent’anni di condominio alla guida di via Solferino.
Il duello con la cordata capitanata da Andrea Bonomi per la guida di Rsc si è chiuso venerdì sera con il successo dell’Opas di Cairo Communications, che ha raccolto il 48,8% del capitale contro il 37,7% dell’offerta concorrente guidata dal finanziere. Determinante per il successo l’orientamento dei fondi, che, a larga maggioranza, hanno preferito l’offerta mista (carta più cash) dell’editore de La7.
L’esito dell’offerta sarà comunicato ufficialmente oggi dalla Consob. Ancora per 5 giorni quel 13% di azioni andate a Bonomi potranno – per legge – migrare verso Cairo, che quindi ha la possibilità di salire quasi al 62% di Rcs. Di conseguenza, l’esborso di cassa di Cairo Communicaton (25 centesimi per azione) potrà variare tra un minimo di 63 milioni (di cui 6 a se stesso), fino a un massimo di circa 80 milioni.
Allo stesso modo la quota di controllo di Cairo della sua società, oggi al 73%, si diluirà in una forchetta compresa tra il 46,5 e il 51,1%. In ogni caso Cairo ha già annunciato che, qualora si fermasse al 46%, acquisterà sul mercato fino a un 5% per riportarsi sopra la quota di maggioranza assoluta. Oggi è prevista un’assemblea di Cairo Communication per discutere di vari temi: proposta di aumento di capitale sociale da 70 milioni, emissione nuove azioni e modifiche statutarie.
“Un buon risultato, al di là delle aspettative più rosee – ha commentato Cairo –, non potevo immaginare un risultato migliore. C’era da parte dei fondi una buona predisposizione. Sono molto contento. Ora bisogna fare un grande lavoro in azienda e ciò che voglio fare è avere tutte le deleghe e capire quando esce un euro, perché esce e come esce”.
Dal canto suo, International media Holding, la società che riunisce i soci storici, controllata da Bonomi, ha annunciato che restituirà le azioni RCS portate ad adesione all’OPA da 1 euro, aggiungendo che “la condizione sul quantitativo minimo non risulta avverata” e quindi “l’offerta è da considerarsi priva di efficacia”.
Non si sa ancora come si comporterà quella parte di azionisti Rcs che aveva consegnato i propri titoli a Bonomi. Cinque giorni di Borsa, a partire da giovedì 21 luglio, è il tempo per manifestare le proprie decisioni. Poi la Consob dovrà stabilire se la cordata Bonomi potrà tenersi ugualmente le azioni rimaste dopo eventuali “migrazioni”.
Cairo ha già dichiarato di rinunciare alla condizione relativa alla soglia minima di adesioni (50% più 1 azione), potendo già esercitare un controllo di fatto sul gruppo editoriale e disponendo in ogni caso del 48,8% delle azioni. Quota che comunque gli consentirà di nominare il nuovo Consiglio di amministrazione della Rcs con se stesso nel ruolo di Amministratore delegato per ristrutturare e rilanciare la casa editrice, “dando il via a un nuovo corso”, come non si era mai stancato di ripetere sognando la conclusione positiva dell’operazione.