“Il problema dei prezzi alti delle polizze Rc auto si è attenuato, ma non risolto”. Lo ha detto oggi Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass, presentando a Roma la relazione annuale dell’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni nata un anno e mezzo fa in sostituzione dell’Isvap. “Auspichiamo una nuova iniziativa legislativa che affronti la questione in tutti i suoi aspetti – ha aggiunto – , come si era cercato di fare lo scorso anno”, con una proposta poi decaduta per la crisi del governo Letta.
Secondo i dati dell’Istituto, fra 2009 e 2013 il premio puro teorico (ovvero il costo medio dei sinistri per il numero degli stessi) è calato del 16%, mentre nello stesso periodo il premio medio effettivamente pagato dal consumatore è aumentato del 6%. “Sembra esservi una difficoltà di trasmissione delle positive dinamiche del mercato sui prezzi delle polizze”, ha commentato Rossi. Dall’indagine Iper, curata dall’Isvap in collaborazione con le compagnie e con l’Ania, emerge infatti che solo il 5% degli assicurati italiani paga un premio paragonabile a quello medio europeo, pari a 250 euro.
“Il punto centrale – ha spiegato ancora il presidente dell’Istituto – è ridurre l’asimmetria informativa tra assicuratori e assicurati”: a questo scopo l’Ivass sta continuando a lavorare sull’Archivio antifrode (Aia),un progetto che finora ha portato all’interconnessione di cinque banche dati e che entro il 2015 fornirà “un indicatore della probabilità di frode su ogni sinistro denunciato”. Per risolvere il problema dei prezzi alti, inoltre, l’Istituto punta a intensificare il contrasto delle pratiche anticoncorrenziali, fornendo i dati della propria rilevazione campionaria all’Antitrust.
Nella partita dell’Rc auto gioca un ruolo non secondario anche la crisi dei consumi, dal momento che, con la riduzione degli spostamenti in automobile, fra 2007 e 2013 la frequenza dei sinistri è crollata del 30%. Quanto alle compagnie, sono riuscite a contenere gli esborsi grazie a due fattori: il decreto legge concorrenza del 2012, che ha portato il livello medio dei punti d’invalidità permanente liquidati per i colpi di frusta a scendere del 20% (“confermando come sotto questa voce si nascondano numerose frodi”), e il sistema Card di risarcimento diretto. “Dove c’è – fa notare Rossi – gli importi pagati sono aumentati solo del 9%, mentre dove non c’è l’incremento è stato del 70%”.
ASSICURAZIONI SVOLGANO RUOLO PIU’ ATTIVO NEL SOSTEGNO ALL’ECONOMIA
Nel corso della sua relazione, Rossi ha anche invitato “gli investitori istituzionali”, e in particolare “le assicurazioni”, ad essere più attivi “nel finanziamento dell’economia. Al centro delle preoccupazioni c’è soprattutto quella molteplicità di Pmi che sarebbe in grado di sopravvivere alla crisi se solo ricevesse un flusso sufficiente di risorse finanziarie, risorse che le banche non sono a volte in grado di offrire perché gravate dal peso dei crediti deteriorati pregressi”.
D’altra parte, anche “l’atteggiamento delle compagnie in materia d’investimenti non tradizionali – ha continuato il presidente dell’Ivass – è stato finora, in generale, molto cauto: gli ampliamenti dei limiti introdotti a gennaio, che hanno dato maggiori possibilità d’investire in strumenti come minibond e attività cartolarizzate, sono stati finora poco utilizzati”.
VIGILANZA: ACCELERARE PREPARAZIONE SOLVENCY 2
In tema di vigilanza, infine, Rossi ritiene che il settore assicurativo debba accelerare la preparazione per Solvency 2, il nuovo sistema di regole europee che entrerà in vigore nel 2016: “In vista di questa scadenza, l’Ivass sta chiedendo, con la guida di Eiopa, modifiche agli assetti di governo societario, adempimenti in materia di valutazione prospettica dei rischi, di pianificazione del capitale e di reporting. Il compromesso raggiunto su Solvency 2 è accettabile, ma occorre lavorare ancora perché la normativa secondaria vada nella giusta direzione”.