Il progetto di idrogeno verde italiano ha finalmente un nome, un coordinamento e una dotazione finanziaria. Per ora è un annuncio, ma che avvia un percorso che durerà 48 mesi. I tre punti sicuri sono il nome Green Hydra , il coordinamento da parte del Comune di Ravenna e 2 milioni di euro da spendere.
Sull’idrogeno pulito è in corso una partita europea, essendo – come ricorda oggi il Comune di Ravenna – “elemento chiave della strategia di decarbonizzazione e indipendenza energetica europea”. Bene. L’Italia sin dai tempi del governo Draghi ha dichiarato di volerla giocare la partita e ha presentato il suo progetto ora approvato nell’ambito del programma di cooperazione Interreg Europe.
Il Comune di Ravenna coordinerà partner pubblici e privati di undici Paesi. Oltre l’Italia ci sono Bulgaria, Cipro, Croazia, Irlanda, Lituania, Norvegia, Olanda, Polonia, Slovenia e Spagna. Una frontiera industriale sostenibile, ricca di speranza. Il quadro rovesciato rispetto a quello che accade in questi giorni per l’ex Ilva di Taranto. Non ci sono paesi partner, il ministro Adolfo Urso e il governo vogliono fare tutto in casa e alla fine la transizione green per l’acciaio vaga per universi lontani, con l’Europa completamente assente.
Tornando all’Emilia Romagna, a Ravenna nascerà una Hydrogen valley di dimensioni internazionali. I filoni principali saranno ricerca e produzione della fonte energetica ed entrambi dovrebbero interessare anche le piccole e medie imprese locali. Uno schema che sta prendendo corpo in altre Regioni italiane con la differenza che a Ravenna gli obiettivi hanno una dimensione extra nazionale.
Orizzonte europeo e sviluppo locale
Tra i partner di Green Hydra c’è anche la Regione da cui Ravenna si attende iniziative, per così dire a latere, per “creare condizioni di sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale e sostenere lo sviluppo delle competenze e conoscenze richieste da questo sfidante mercato dell’idrogeno verde”. Non proprio in modo speed, perché ci sono davanti 48 mesi compresivi di un’analisi della situazione esistente e uno scambio di buone prassi e di esperienze fra i partner.
La matrice ambientale è fuori discussione, ma nel tavolo di concertazione che si sta allestendo tra i partner si dovranno valutare le migliori soluzioni tecnologiche – elettrolisi o altro- per non esporre la Walley a nessuna critica sulla produzione di idrogeno.
“Il potenziale dell’idrogeno verde nella transizione green e neutralità climatica dell’Europa è assodato – hanno detto il sindaco Michele de Pascale e l’assessora allo Sviluppo economico Annagiulia Randi – ma come si può agire dal lato della produzione e dell’utilizzo per rendere economicamente sostenibile questa fonte energetica? Come favorire il protagonismo delle nostre imprese medie e piccole?”. Vero, sono domande che dovranno avere una risposta nell’interesse delle migliaia di occupati, ma soprattutto dopo che l’area industriale di Ravenna è stata eccellenza nella chimica, nella petrolchimica e nella raffinazione del petrolio. Cambiare per migliorare.