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Rating S&P e incubo spread per le banche, Borse in rosso

Imagoeconomica

E venne il giorno del giudizio di Standard& Poor’s. Piazza Affari aspetta senza farsi alcuna illusione. L’indice principale accusa un calo superiore all’1,7 %, attorno a quota 18.500. Ma non sorridono nemmeno gli altri listini del Vecchio Continente. Anzi, a guidare il ribasso è Parigi, con un calo superiore al 2%, davanti a Francoforte (-1,7%), condizionata dalle prossime elezioni i Assia.

Sui mercati pesa anche, oltre alla frenata delle Borse cinesi e alla delusione per le proiezioni sugli utili di Amazon e Alphabet, la revisione al ribasso della stima della crescita europea operata dalla Bce: il Pil dell’area euro salirà del 2% quest’anno (lo 0,2% in meno rispetto alle stime precedenti), dell’1,8% nel 2019 (lo 0,1% in meno) e dell’1,6% nel 2020 (stima invariata). L’euro resta sotto 1,14 sul dollaro.

Sempre alta la tensione sul mercato del debito. Lo spread Btp-Bund sale a 315 punti base, dai 309 di ieri. Il rendimento del titolo decennale italiano è pari al 3,51%: a questi livelli, il differenziale di rendimento fra la Grecia e l’Italia si è assottigliato fino a 63 punti base stamani, il livello più basso dall’ottobre 2009. È più che raddoppiato il rendimento dei Ctz stamane in asta: 1,626% contro 0,715% dello scorso mese. Forte la richiesta al massimo della forchetta dell’offerta (2,5- 3miliardi). Collocati anche 996 milioni di Btpei ad un rendimento lordo del 2,34%.

Il petrolio Brent tratta a 76,4 dollari il barile, in calo dello 0,6%, dal +1% di ieri. Bloomberg riporta che l’Arabia Saudita ci sta ripensando, non è più così convinta dei proclami sul possibile aumento della produzione arrivati nel corso della settimana.

Eni (-1,08%) ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto adjusted pari a 3,133 miliardi di euro, in rialzo del 118% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel terzo trimestre l’utile netto adjusted è stato pari a 1,388 miliardi, contro i 229 milioni precedenti.
Per quanto riguarda l’utile netto, nei nove mesi ha raggiunto 3,7 miliardi (+181%) e nel trimestre 1,52 miliardi di euro. Buon risultato dell’area Esplorazione&Produzione (3,09 miliardi di euro di utile operativo). Meglio del previsto la divisione Gas&Power (utile di 71 milioni di euro). Il debito netto è inferiore alle aspettative (9 miliardi di euro), riviste al ribasso le stime sulla produzione petrolifera, da +4% a +3%.  Saipem -3%.

Cresce tra le banche la tensione per lo spread. La Repubblica sostiene che è allo studio un piano per aggregare Banca Mps 0,7% alle 12 con una ex Popolare: Ubi Banca -3,9%. Bper Banca -1,8%. Banco Bpm-3,4%. Il Tesoro potrebbe utilizzare i fondi accantonati con la legge salva banche.

La Banca d’Italia nelle scorse settimane ha richiesto alle banche nazionali, su invito della Bce, a fornire aggiornamenti periodici sulle posizioni in titoli di Stato, per tenere sotto controllo l’impatto delle tensioni sul mercato.

Generali -1,7%. Dai dati di Assogestioni emerge che in settembre, l’area risparmio gestito del gruppo ha registrato un deflusso di 390 milioni di euro.

Sotto tiro gli industriali. Gli effetti del rallentamento della Cina si fanno sentire stamattina in Europa, il produttore di ricambi per il settore automotive Valeo, perde a Parigi il 15%, dopo aver lanciato il suo secondo allarme sugli utili dell’anno. A Piazza Affari, Fiat Chrysler-2,5%. HSBC taglia il giudizio a Hold da Buy. Brembo -3%, Ferrari -1%. Pirelli -2%.

Giù anche Leonardo (-3%), Prysmian (-3%) e CNH Industrial (-2%).

Non si riprende Stmicrolectronics (-2%), nonostante i conti positivi di Intel: soffrono infatti i settori delle aree ove è più forte il gruppo italo francese (Internet of Things e Programmable Solutions).

Giù Atlantia (-0,8%, Moody’s abbassa il rating a Baa3) e Tim (-1%, Morgan Stanley taglia il target price 0,62 euro).

Veste di rosso Salvatore Ferragamo (-3%): HSBC taglia il giudizio a Reduce da Hold. Moncler -0,4%. HSBC alza a Buy.

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Categories: Finanza e Mercati