Milano, Firenze e Venezia sono le città più sostenibili secondo l’Indice di Mobilità Sostenibile di Agici. Il capoluogo lombardo si conferma al primo posto per il terzo anno consecutivo (con punteggio 69,2), seguono Firenze (62,6), Venezia (57,5), Roma (53,5) e Bologna (52,7). Tra le peggiori Messina (23,4), Catania (23,6) e Siracusa (23,7). Anche quest’anno, permane il divario Nord-Sud nel livello complessivo di sostenibilità dei trasporti urbani. Il Sud ha registrato performance peggiori in tutte le aree, tranne per quanto riguarda gli indicatori di salute e sicurezza, quindi qualità dell’aria e incidentalità. I divari più ampi sono da imputare alla mobilità dolce – pedonale e ciclabile e alla logistica last mile.
Il Rapporto 2022 sulla Mobilità Sostenibile di Agici è stato presentato nel corso dell’evento “Costruire il futuro della mobilità italiana. Mobility as a Service: da promessa a opportunità concreta per cittadini e operatori”, tenutosi a Milano venerdì 7 ottobre alle ore 11.00, presso il Palazzo delle Stelline.
Rapporto Mobilità Sostenibile di Agici: l’indice IMS
L’indice IMS è calcolato su 43 città italiane (capoluoghi di provincia con oltre 100mila abitanti). Il ranking (con un punteggio da 0 a 100) è basato su diversi aspetti della mobilità urbana: 24 indicatori raggruppati in 7 macroaree tematiche: 1) trasporto privato; 2) trasporto pubblico; 3) mobilità dolce; 4) sharing mobility; 5) integrazione e politiche; 6) salute e sicurezza; 7) logistica last-mile.
Cresce l’elettrificazione degli autobus, si riduce il tasso di motorizzazione
In linea generale, dal rapporto emergono anche delle tendenze, accelerate dalla pandemia, in tutte le città analizzate. Cresce del 15% l’elettrificazione delle flotte di autobus ed è in costante aumento – seppur lento – il rinnovo del parco auto. Si sta assistendo, inoltre, a una tendenza di riduzione del tasso di motorizzazione, per ora nelle città del Nord. Migliora poi la quota di NO2: -14% e sono stabili i livelli di particolato PM10 e PM2.5.
Sharing mobility: boom dei monopattini, in aumento piste ciclabili
Per quanto riguarda la sharing mobility, crescono dell’11% le flotte di car sharing e prosegue il boom dei monopattini (+38%). Aumentano anche le piste ciclabili (+5km in media per città), in particolare, a Genova +20km; Milano +13km; Venezia +14km; Palermo +13km; Cagliari +12km. Le isole pedonali mostrano un’estensione media stabile. Diminuiscono a Napoli e Palermo; crescono a Roma, Torino.
Gli investimenti nella sharing mobility vedono ancora una volta Milano come capofila (82,8) e a seguire Bergamo (50,3) e Firenze (47,8). Mentre sulla salute e sicurezza, ossia la qualità dell’aria e il tasso di incidentalità, il primato va a Reggio Calabria (99), seguito da Sassari (90,5) e Perugia (88,4). Infine, per la logistica last mile, ossia i veicoli commerciali, a guidare la classifica sono Firenze (99), Milano (90,5) e Bologna (88,4).
Milano al primo posto nel trasporto privato e pubblico
Per quanto riguarda le macroaree tematiche, Firenze (93,9), Milano (91,7) e Bologna (86,4) guidano la classifica nel trasporto privato, con una decrescita del tasso di motorizzazione e l’aumento della sostenibilità del parco auto, mentre per il trasporto pubblico il capoluogo lombardo raggiunge il massimo del punteggio (100) seguito da Roma (89,2) e Venezia (85,3).
Sono le città più piccole come Rimini (88,6), Padova (88,4) e Ravenna (79,7), invece, ad avere un ranking migliore per quanto concerne la mobilità dolce con spazi e infrastrutture dedicate a mobilità ciclabile e pedonale.
Impatto sostenibilità in base alle dimensioni delle città
Nel rapporto si evidenzia anche l’impatto sulla sostenibilità determinato dalle dimensioni delle città, per cui è necessario l’utilizzo di leve diverse a seconda del contesto. Per le città grandi e grandissime (da 250mila a oltre 500mila abitanti), ad esempio, dovranno essere valutati investimenti importanti nelle infrastrutture per potenziare il trasporto pubblico locale rendendolo più efficiente. Così come sarà strategico colmare il gap sulla mobilità dolce con le realtà più piccole. Un percorso già avviato da Milano, Torino e Bologna. Nelle grandi aree, inoltre, dovranno continuare gli investimenti nella sharing mobility con un potenziamento delle opportunità per i cittadini.
Per le città medie (da 150mila a 250mila abitanti) sarà fondamentale l’integrazione tra il traporto pubblico locale e la sharing mobility, andando a coprire anche quelle aree che, per motivi di costo-efficacia, ad oggi non sono servite dai mezzi, così come risulterà vincente continuare nel percorso di infrastrutturazione della mobilità dolce.
Nelle città piccole (sotto i 150mila abitanti), nelle quali l’offerta di trasporto pubblico locale è inferiore rispetto a città di più grandi dimensioni, è ipotizzabile un’integrazione di quest’ultimo con servizi a chiamata e offerta di sharing. Anche per questi centri saranno necessari incentivi per la sostituzione del parco auto con una maggior diffusione dell’infrastruttura di ricarica. Infine, per quanto riguarda la mobilità pedonale e ciclabile è auspicabile prevedere stalli e piste per connettere punti di interesse come centri commerciali, scuole, università e stazioni.