La trasparenza sulla governance delle società italiane è di livello alto, anche rispetto al panorama internazionale: il 95% dichiara l’adesione al Codice di autodisciplina delle società quotate e l’adesione alle singole raccomandazioni del Codice in molti casi sfiora il 100%. E’ quanto emerge dalla dodicesima edizione del Rapporto sulla corporate governance delle società quotate in Italia pubblicato da Assonime ed Emittenti Titoli Spa.
Secondo il rapporto, quantità e qualità delle informazioni fornite dalle società su composizione e struttura dei CdA, voto di lista, cadenza e partecipazione alle riunioni e altri incarichi sono eccellenti.
Aumento della trasparenza e nuove raccomandazioni del Codice di autodisciplina fanno sì che aree di possibile miglioramento emergano in continuazione. In particolare, alcune raccomandazioni trovano tuttora un’applicazione parziale (nomina del Lead Independent Director, procedimento di board evaluation, talvolta composizione dei comitati, contenuti della policy sulle remunerazioni); qualche elemento di attenzione emerge in singoli casi riguardo all’effettività del ruolo dei comitati (soprattutto di quello per le remunerazioni).
Il rapporto contiene una parte monografica sulla remunerazione degli amministratori e dei sindaci. L’approfondimento analizza i dati contenuti nelle “Relazioni sulla remunerazione” pubblicate nel 2012 (ex d.lgs. n. 259/2010). La prima sezione delle relazioni contiene informazioni in materia di governance del processo e di politica delle remunerazioni. La seconda sezione delle Relazioni fornisce indicazioni sugli importi corrisposti ai singoli amministratori (e sindaci). Informazioni di uguale profondità per ciascun componente degli organi di amministrazione e controllo sono raramente disponibili in altri Paesi; ciò vale soprattutto per le informazioni ex post (sulle remunerazioni effettivamente corrisposte).
La remunerazione media degli amministratori è pari a 233 mila euro (+ 3% rispetto all’anno precedente). Amministratori delegati e presidenti esecutivi percepiscono una remunerazione (compensi equity esclusi) superiore a 800 mila euro, gli altri consiglieri esecutivi pari a 434 mila euro. Seguono i presidenti non esecutivi (323 mila euro), i vice-presidenti (238 mila euro), gli amministratori non esecutivi (79mila euro) e gli indipendenti (55 mila euro). Non esecutivi e indipendenti non percepiscono quasi mai compensi equity.
Le Relazioni offrono informazioni di dettaglio per gli amministratori (quasi sempre esecutivi) destinatari di piani di incentivazione: i piani cash sono più diffusi di quelli equity. La struttura della remunerazione degli amministratori delegati varia in relazione a dimensione aziendale e settore. Nelle società maggiori è minore il peso della componente fissa (40%, contro il 66% nelle Small cap) e aumenta il peso di quella variabile (i bonus sono il 45% del totale, contro il 12% nelle Small cap). Il saldo è dato da voci minori (soprattutto compensi da società controllate). Nel settore finanziario il peso della componente variabile è in diminuzione (dal 30 al 10% del totale). In parallelo si osserva un incremento dei compensi fissi. Nei settori non finanziari, all’opposto, i bonus sono saliti dal 15 al 30% del totale.
Trattandosi del primo anno di applicazione di una normativa complessa, sussistono alcune aree di miglioramento: per la parte ex ante si tratta di individuare in modo più esplicito l’orientamento dei Cda riguardo a particolari aspetti della policy; per quella ex post, applicare con maggior precisione alcune disposizioni di dettaglio oggettivamente complesse. L’indagine 2012 copre le 255 società italiane quotate al 31 dicembre 2011 le cui relazioni di corporate governance erano disponibili al 31 luglio 2012. Le relazioni fanno riferimento all’applicazione nel 2011 del Codice di Autodisciplina (edizione 2006, integrata con il nuovo testo dell’art. 7 in materia di remunerazioni).
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Allegati: Corporate governance.pdf