I numeri parlano chiaro: Rai Way gode di buona salute. L’Assemblea degli azionisti conclusa questa mattina a Viale Mazzini ha approvato il bilancio di esercizio con numeri di tutto rispetto: il 2016 si è chiuso con un utile netto di 41,814 milioni di euro, cresciuto rispetto allo scorso anno del 7,4% ed è stata approvata la distribuzione del dividendo uguale a 0,1537 euro per azione.
Alla Rai, azionista di maggioranza, con il 64,9% del capitale, viene girato un assegno di dividendo pari a 27,13 milioni di euro. Come già abbiamo scritto, il titolo viaggia a gonfie vele e quindi gli azionisti possono essere largamente soddisfatti di una performace di tutto rispetto. Si tratta, in fin dei conti, di un titolo che spesso è stato apprezzato come un bond, in virtù di un contratto di servizio che Rai Way ha sottoscritto con Rai e che gli garantisce un fatturato per oltre l’80%.
Ma, a partire proprio da questo aspetto, si svelano problemi concatenati che questa mattina sono emersi ma ai quali, ancora una volta, non ci sono state risposte. Anzitutto un piccolo dettaglio sul perché e sul per come un Amministratore delegato, Stefano Ciccotti, è stato “indotto” a dimettersi senza nessuna apparente giustificazione, come ha chiesto un azionista. La sua lunga e consolidata esperienza al vertice della quotata del gruppo Rai è stato ed è tuttora un patrimonio del quale non è facile fare a meno. Anche su FIRSTonline, abbiamo scritto a questo proposito: chi è, o chi dovrebbe essere, l’uomo o la squadra che potrebbe avere in carico il fardello per avviare il cosiddetto “polo delle torri”? Fino a un paio di mesi addietro, era stata avviata un’operazione, inizialmente sostenuta dal DG Rai, Antonio Campo Dall’Orto, tesa a individuare un uomo ed una squadra di dirigenti interni Rai che avrebbe (il condizionale è d’obbligo) dovuto avviare il progetto “torri”, tanto caro al sottosegretario Giacomelli che non perde occasione di ribadire che si tratta di un dossier con una logica industriale fermo restando il controllo pubblico. Dopo di che le carte in tavola sono cambiate.
In Assemblea questo tema è parzialmente emerso e la risposta da parte del Presidente Raffaele Agrusti è stata chiara: “Non ci sono rapporti con Ei Towers a proposito di fusioni societarie” ed ha aggiunto Ciccotti “non abbiamo timore di cosa succede nel mercato”. Punto e a capo.
Non è infondata l’ipotesi, suggerita anche da nostre fonti, che sia mutata “una certa aria politica”.
Altro tema rilevante, per quanto non direttamente pertinente all’Assemblea degli azionisti, è la connessione tra il rinnovo della Concessione Rai, tuttora in corso di definizione, e le possibili ricadute con il contratto di servizio tra Rai e Rai Way. Un azionista ha sollevato la domanda ma non c’è stata risposta. Certamente il tema è in agenda e non è privo di conseguenze sul modello di business verso il quale è orientata la Società di Via Teulada. Come lo è, ed anche di questo argomento si è occupata FirstOnLine, il tema dell’impatto della ricaduta della normativa comunitaria a proposito della redistribuzione dei 700 Mhz.
Le spalle robuste, da un punto di vista finanziario e gestionale, evidenziate da Rai Way questa mattina a Viale Mazzini lasciano intravvedere un futuro tranquillo. Si tratterà di vedere se il nuovo Cda di Rai Way, in carica da questa mattina, e il “mercato” che non incute timori ma che sembra molto interessato a dotare il Paese di un soggetto unico in grado di gestire in modo razionale il presente e il futuro delle torri, quali che esse siano, lasceranno ancora a lungo domande senza risposte.