Nelle scorse ore la Presidente Rai, Monica Maggioni, ha dichiarato che nell’epoca delle fake news occorre guardare i fatti e non i segnali. E allora, nell’intricatissima partita che si sta giocando a Viale Mazzini e dintorni, vediamo quali fatti sembrano essere più importanti e leggiamo le notizie certe. I fatti rilevanti, finora sono due: Paolo Messa si è dimesso da Consigliere di amministrazione Rai e Raffaele Agrusti ha lasciato l’incarico di Cfo ed è rimasto stand by come Presidente della quotata Rai Way.
Il primo fatto ha riguardato l’abbandono dei lavori dell’ultimo Cda in aperto contrasto fiduciario con il Direttore Generale, Antonio Campo Dall’Orto, a seguito della relazione presentata in Consiglio laddove si affrontava il delicatissimo e spinosissimo tema dei 21 megadirigenti assunti recentemente. Venuto meno il rapporto fiduciario con il DG, ha dichiarato Messa, ieri ha rassegnato formalmente le sue dimissioni da Consigliere. Questo è proprio il dossier sul quale, come noto, l’ANAC di Raffaele Cantone ha sollevato dubbi di legittimità e che, lo stesso Cantone, ha dichiarato essere la sua “più grande delusione”.
Il tema, è stato osservato, pone una seria ipoteca sul futuro del CdA in quanto si potrebbero rilevare dalla Corte dei Conti, qualora provati, concreti rischi di danno erariale e reputazionale. Mentre sul primo la giurisprudenza sembra chiara, sul secondo un po’ meno. Comunque, il giovane consigliere Messa è stato tra i primi a sollevare, nero su bianco il problema anche di fronte alla Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai senza avere concrete ed esaurienti risposte.
La seconda notizia, che non ha destato l’attenzione che merita, riguarda le dimissioni del Direttore finanziario Rai che, in verità, girava già da alcune settimane. Agrusti ha accettato di tornare ad occuparsi di assicurazioni, da dove proviene e dove ieri ha accettato formalmente di essere il nuovo DG di Itass. Il fatto che sia stata resa nota proprio nel centro della bufera in corso a Viale Mazzini aggiunge ulteriore turbolenza. Infatti il CFO non si occupa solo di tenere in ordine i conti Rai – che comunque sono buoni – ma anche deve tenere sotto controllo il piano di investimenti e di allocazione delle risorse.
È noto che, proprio in queste ore, è tornata in ballo la questione del tetto ai compensi di 240 mila Euro sia dei dirigenti che degli artisti ingaggiati da Viale Mazzini e che su questo terreno è in corso un conflitto dal potenziale estremamente pericoloso. Lo scorso CdA Rai, tra i tanti punti spinosi che ha trattato, ha votato il piano di produzione limitandolo a settembre. Come noto, in genere, alla fine di giugno da Rai Pubblicità vengono presentati agli inserzionisti pubblicitari i palinsesti autunno inverno con i contratti già firmati ed invece, a quanto sembra, siamo ancora molto lontani. Sono in ballo cifre importanti che potrebbero pesare non poco sul futuro economico dell’Azienda.
Inoltre, sul tavolo del CFO, è sempre aperto il dossier del rinnovo del Contratto di servizio dove, al centro rimane sempre aperto il tema della separazione contabile tra i proventi provenienti da canone e quelli provenienti dalla pubblicità e, di conseguenza con quali soldi finanziare le diverse tipologie di programmi.
Le dimissioni di Agrusti, infine, riaprono un altro dossier sensibile: il polo delle torri. Il CFO Rai rappresenta l’azionista di maggioranza Rai nella quotata Rai Way e che, è opportuno ricordare, proprio lo scorso 28 aprile è stato rinnovato come Presidente della Società. E, a questo proposito, si apre uno scenario del tutto inedito. Nei corridoi di Via Teulada serpeggia malumore e, come accade nei luoghi di spettacolo, non si escludono colpi di scena.
Chi potrebbe, infatti, candidarsi a ricoprire un ruolo tanto delicato che certamente non è e non potrebbe essere solo di “rappresentanza”? Fermo restando che dovrà essere, per forza di cose, espressione diretta dell’azionista di maggioranza, nomi possibili non ce ne sono molti e nessuno esclude un possibile ritorno dell’ex amministratore delegato di Rai Way, Stefano Ciccotti.