Ore frenetiche a Viale Mazzini e dintorni. Seppure la crisi aperta al termine dello scorso CdA era nell’aria da tempo, pochi, ragionevolmente, erano in grado di immaginare uno show down tanto precipitoso. L’ex direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, infatti, non aveva dato segnali di resa come invece è avvenuto quando ha richiesto un incontro urgente con l’azionista di maggioranza, il ministro dell’Economia Padoan.
A questo punto, tutto si rimette in gioco e, come al solito, comincia il balletto delle candidature vere o di manovra. Anzitutto però ci sono i paletti procedurali con passaggi vincolanti dove, al primo posto, si prevede la convocazione di un nuovo Cda dopo che il DG avrà presentato la lettera formale di dimissioni dall’Azienda. Subito dopo la Presidente dovrà convocare un Cda dove si ratifica l’atto, si procede a manifestare l’intenzione di individuare un successore. Queste procedure, ed altre previste dalla Legge, concordano tutti che debbano essere attivate in tempi rapidi perché non si può lasciare la Rai allo sbando in un momento critico sia per i suoi impegni interni (palinsesti, compensi artistici, rinnovo Contratto di servizio, etc.) sia per l’imminente stagione politica con possibili elezioni a tempi ravvicinati.
Ora, il passaggio delicato riguarda la natura dell’attuale Consiglio di Amministrazione, nominato con i criteri della precedente legge. Il nuovo invece dovrà, necessariamente, essere nominato con la nuova legge entrata in vigore a gennaio 2016. Ecco che, a questo punto, molti ragionano, non si vede molta convenienza, o meglio opportunità – suggerisce una nostra fonte – di modificare le carte in tavola mentre la partita è in corso. Quindi le candidature, vere o verosimili, saranno tutte sottoposte alla griglia di verifica sulla capacità di saper traghettare in modo quanto più indolore possibile la Rai verso il nuovo Consiglio che si insedierà nel 2018. In questo quadro, è senz’altro credibile la teoria della candidatura interna che potrebbe essere ben spesa agli occhi dell’opinione pubblica. Tra le ipotesi più fantasiose che circolano in queste ore, una guadagna terreno e sembra convincente: la presidente Maggioni potrebbe subentrare a Campo Dall’Orto e il suo posto verrebbe occupato da Carlo Freccero, realizzando, in questo modo, un equilibrio funzionale vantaggioso per molte parti interessate.
La prossima scadenza, la presentazione dei palinsesti agli inserzionisti pubblicitari, non ammette deroghe: o ci sono i contratti o le produzioni non partono e se si mettono a rischio i programmi il danno per la Rai potrebbe non essere più solo erariale.