La Rai come Netflix. E’ questo in sostanza il progetto del servizio pubblico attualmente guidato da Antonio Campo Dall’Orto. Il direttore generale, a quano pare, ha un piano ben preciso per il futuro della tv pubblica italiana. L’obiettivo sarebbe quello di sbarcare sul web con un’offerta gratuita a cui aggiungere una sorta di abbonamento per un piano editoriale premium per trasmettere, a pagamento, i migliori prodotti della Rai.
Oltre a svecchiare la Radiotelevisione italiana, il piano del direttore generale avrebbe l’indubbio merito di tentare di accalappiare gli inserzionisti pubblicitari che investono solo sul web. Secondo la stima di Campo Dall’Orto la Rai potrebbe incassare fino a 60 milioni di euro dalla pubblicità online.
Il piano quindi cerca di seguire il mercato e i cambiamenti tecnologici che stanno investendo ogni settore di attività. Anche in questo caso l’Italia fa un pò fatica a stare dietro agli altri dal momento che stenta a decollare sul territorio italiano l’offerta di banda larga e ultralarga per non parlare della fibra ottica. Ma il direttore della Rai intende seguire le tendenze del mercato cercando di portare l’offerta Rai online. Si tratterà di una piattaforma alla quale i clienti potranno accedere tramite smartphone, tablet o tv collegata ad internet e fruire dei suoi programmi con un abbonamento e una semplice registrazione.
I nodi che potrebbero ritardare il piano del direttore Rai sono due. In primis, la televisione pubblica italiana, per offrire servizi a pagamento, necessita del via libera del Parlamento. E il via libera dovrà essere ribadito in due altri atti: nel Contratto di Servizio che, ogni tre anni, precisa i diritti e i doveri della televisione pubblica rispetto agli italiani e nella Convenzione che l’anno prossimo tornerà ad assegnare i compiti di servizio pubblico alla nostra Rai, in occasione del suo rinnovo decennale.
Il secondo problema è la piattaforma tecnologica con la quale supportare il piano. I colossi mondiali della tv via internet hanno tecnologie importanti e costose come il sistema elastico, ribattezzato adaptive streaming che garantisce una visione senza interruzioni su tutti i dispositivi. Per questo motivo la Rai dovrò appoggiarsi ad un fornitore, a questo proposito si fanno già i nomi di Accenture, Ericsson, Pixel e l’italiana Tiscali.
Insomma la Rai ha intenzione di seguire l’esemio di molti servizi online per contenuti musicali o televisivi a pagamento: Netflix, di Infinity del gruppo Mediaset, di Sky Online, di Tim Vision, iTunes e Google Play. Proprio Netflix è oggetto di grande interesse nelle ultime settimane perchè sta per sbarcare in Italia. Dal 22 ottobre infatti, il servizio online on demand per guardare film e serie televisive sarà disponibile anche in Italia. Netflix pronto al debutto italiano potrebbe fare da apripista al progetto della Rai di preparare il suo sbarco sul web.