E’ da giorni che si parla di avviso di sfratto per il Direttore Generale della Rai, Antonio Campo dall’Orto. Ora siamo alla fase successiva: gli Ufficiali giudiziari stanno preparando le carte per presentarsi di fronte al cavallo di Viale Mazzini e formalizzare l’atto di esecuzione.
Il prossimo 22 maggio è previsto un nuovo Cda e, secondo commenti autorevoli, i consiglieri sono tutti concordi: per il Dg Rai il tempo è scaduto, non ci si può permettere un ritardo che potrebbe poi risultare colpevole. Nei giorni scorsi due consiglieri, Carlo Freccero e Paolo Messa, hanno pubblicato l’ennesimo appello per salvare il salvabile: “ …Siamo entrati in una fase terribile ed avvilente di stallo decisionale”. La preoccupazione principale per gli amministratori somiglia ad un incubo: la Corte dei Conti.
Se non fosse sufficiente, al dossier, ancora aperto, sui rilievi posti dall’Anac di Raffaele Cantone rispetto all’inserimento di 21 dirigenti in posizioni apicali, ora se ne aggiunge uno nuovo e certo non meno impegnativo, a tal punto, secondo un commento interno, da costituire la classica buccia di banana sulla quale Campo Dall’Orto potrebbe scivolare definitivamente. Si tratta di oltre 240 assunzioni avvenute nel 2016 sulle quali sono in corso accertamenti di legittimità e dove la Magistratura contabile potrebbe volerci vedere chiaro. Il 240, evidentemente, non è un numero fortunato a Viale Mazzini e si ricollega facilmente ad una grana pure tutt’altro che risolta: il tetto ai compensi dei dirigenti e artisti.
Per aggiungere benzina sul fuoco, sono ancora aperti i dossier sul piano editoriale, sulle nomine alle consociate (Rai Com in particolare dove i nomi proposti da Campo Dall’Orto, Tagliavia e Pionati, non sono passati) e, primo su tutti, il nuovo Contratto di servizio. Come abbiamo scritto, superato lo scoglio della Convenzione, ora per la Rai si tratta di elaborare una bozza di Contratto che entro la fine del prossimo mese dovrà essere sottoposto alla Commissione Parlamentare di Vigilanza. Ma, a quanto sembra, di tale impegno si conosce poco o quasi nulla.
Rimane quindi il tema centrale: chi guiderà il Servizio Pubblico radiotelevisivo per il prossimo anno, proprio alla vigilia di un passaggio istituzionale fondamentale come le prossime elezioni politiche, previste nella primavera 2018? In questo momento il Governo ha la forza per imprimere un diverso cambio di passo? E, nel caso, chi si prenderebbe la briga di gestire così tanti conflitti per così breve tempo, fino al rinnovo naturale dell’attuale vertice di Viale Mazzini? La soluzione più semplice, sostengono dentro e fuori il palazzo, sembra essere a portata di mano: interim all’attuale Presidente, Monica Maggioni. Ma si vedrà.